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Prisoners - La nostra recensione

Colpisce il Prisoner di Denis Villeneuve, forte di interpretazioni intense nonostante uno sviluppo con qualche debolezza.

Hugh Jackman<br>

05.11.2013 - Autore: Mattia Pasquini
L'avevamo lasciato con La donna che canta, splendido e sorprendente, per cui le aspettative per questo Prisoners, thriller statunitense firmato dal canadese Denis Villeneuve non erano certo basse… Anche il confronto con un cast importante rappresentava una ulteriore sfida per il regista, fino ad ora abituato a ben altre produzioni. Sfide che alla prova dei fatti sembrano sostanzialmente vinte. Anche se con qualche distinguo…

Sicuramente una storia come questa, forte, dura e costruita su dinamiche emotive e familiari che non possono non esercitare un sicuro effetto sul grande pubblico, ha in se' il rischio non da poco che molto del suo successo nasca da questo, da un coinvolgimento 'di pancia' e dalla tensione che nasce dall'indignazione per una possibile violenza su (due splendide e innocenti bambine) minori, con conseguente panico da immedesimazione.



Il segreto sta nell'ossessione, pare. Quella di Denis Villeneuve per i temi del film e per lo sviluppo scelto, ma soprattutto quella che ciascuno di noi possa decidere di accettare di fare propria. Stabilito questo compromesso, la strada poi e' in discesa… verso l'inferno. Strada lungo la quale la compagnia di Hugh Jackman - particolarmente convincente come vittima di demoni piu' potenti di lui - e di Paul Dano - materialiazzazione inquietante del dark side del film stesso - e' un plusvalore degno di far trascurare i difetti di scrittura del personaggio di Jake Gyllenhaall, comunque ottimo nella sua interpretazione.

Senza questo tipo di interruzioni (razionali, verrebbe da dire) lo 'scurirsi' e inspessirsi progressivo dell'atmosfera basta da solo a offrire una esperienza davvero thrilling e emozionante allo spettatore, lasciato spesso da solo col suo dolore o in penosi conflitti da accettare o risolvere. Ma il rischio, invece, che il ripresentarsi di certe perplessita' nel corso dell'azione finisca per tenere lontani e ostacolare l'empatia voluta finira' probabilmente con lo scontentare quella parte del pubblico che da un thriller anche psicologico esige una ineccepibilita' formale.

Forse una regia meno 'al servizio' di questi obiettivi o una migliore gestione (soprattutto visto il coraggio e la lucidita' mostrati nella precedente esperienza) di una materia volutmente complessa, ma dipendente da alcune 'falle' per essere in grado di realizzarsi ne avrebbero fatto un prodotto difficile da dimenticare, anche a freddo.


Prisoners e' distribuito nelle sale italiane da Warner Bros. a partire dal 7 novembre 2013.

Per saperne di piu'
Incontro con i protagonisti al Festival di Toronto