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Prime recensioni: il biopic di James Brown schiva i cliché

Get On Up azzecca il protagonista Chadwick Boseman e coglie genio e sregolatezza del Padrino del Soul

Get On Up

29.07.2014 - Autore: Marco Triolo
“Chi se l'aspettava che il regista dello stucchevole The Help potesse trasformare la storia del Padrino del Soul in qualcosa di così lontano dai cliché?”. La domanda di Alonso Duralde, giornalista del sito The Wrap, è perfetta per capire la direzione di Get On Up, biopic di James Brown diretto da Tate Taylor che la critica americana sembra aver apprezzato all'unanimità, pur con qualche piccola riserva. Dalle prime recensioni ne esce un film capace di evitare la struttura trita e ritrita del film biografico per concentrarsi sull'energia che Brown era in grado di evocare sul palco, e senza negare gli aspetti più controversi della sua personalità. Ma soprattutto, è un film che azzecca perfettamente il protagonista, Chadwick Boseman.
 
Per Sheri Linden di The Hollywood Reporter, Get On Up è un film che alle volte risulta “estenuante”, ma “sotto la guida del produttore Mick Jagger, è la rara biografia di un musicista con un gran senso della musica” e trova in Boseman un “cuore elettrizzante, una performance che trascende l'imitazione e riverbera a lungo dopo la fine del film”. “Rifiutandosi di edulcorare un uomo complesso e spesso detestabile e scadendo raramente nel sentimentalismo”, “Taylor mira, in maniera ammirevole anche se non sempre con successo, a spezzare, o almeno scuotere, la classica struttura del biopic”.
 
“È possibile catturare in un solo film la follia, le contraddizioni e le reinvenzioni di James Brown? – si chiede Scott Foundas di Variety – Probabilmente no, ma Get On Up fa un tentativo ammirevole e discontinuo”. Rispetto a 42, Mandela e The Butler, tutti biopic incentrati su importanti figure storiche nella lotta per i diritti dei neri (il primo sul campione di baseball Jackie Robinson, interpretato dallo stesso Boseman), “Get On Up è meno ruffiano, semplicistico e agiografico, anche se dipinge comunque un ritratto digeribile dal grande pubblico”. Anche Foundas tesse le lodi di Boseman, attore che “comprende Brown dentro e fuori” e “anche quando il film procede con il pilota automatico, Boseman non lascia mai la cabina di pilotaggio”. Il film “non si assesta mai su uno stile o un tono”, ma forse è meglio così, perché è una scelta che si adatta alla personalità poliedrica di Brown. La sceneggiatura di Jez e John-Henry Butterworth (Edge of Tomorrow) “frammenta la narrazione in una serie di segmenti non lineari” e questo “dà al film la libertà di bypassare i soliti cliché del genere”.
 
Il tema del razzismo emerge poco, nonostante Taylor sia il regista di The Help. Eppure, quando emerge, lo fa in maniera meno pedante e stucchevole. Get On Up “piazza Brown in uno specifico contesto culturale e politico, raccontando però anche al pubblico di massa le innovazioni del musicista come intrattenitore, artista e uomo d'affari”, afferma Alfonso Duralde. “Allo stesso tempo, non scivola mai nella noia” e ci mostra che “Brown poteva essere un amico devoto ma anche un insopportabile egoista; un marito amorevole che, a volte, picchiava le sue mogli; e uno scaltro uomo d'affari che si è trovato indebitato fino al collo dopo una serie di decisioni imprenditoriali poco accorte”. “Get On Up si avvale di un cast eccellente e la sua arma segreta è Nelsan Ellis (True Blood) nel ruolo del braccio destro di Brown, Bobby Byrd. Non è facile fare da spalla a una star interpretando qualcuno che ha speso la sua intera esistenza facendo da spalla a una star, ma Ellis cavalca il confine con abilità, rendendo il personaggio affascinante”. “Diventa una sorta di Salieri al Mozart di Boseman, l'uomo buono allo stesso tempo ipnotizzato e bruciato dalla fiamma luminosa del grande uomo”.
 
In uscita il 6 novembre, Get On Up è distribuito in Italia da Universal.