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Marlene Kuntz "Complimenti per la festa" – La nostra recensione

I venticinque anni di storia della rock band in un documentario classico e riuscito 

Complimenti per la festa

03.12.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta) - da Firenze
“Non c’è contatto di mucosa con mucosa, eppur mi infetto di te”. Così cantavano i Marlene Kuntz nel 2001 in duetto con Skin, consegnando in questo modo al mercato discografico italiano e internazionale uno dei suoi inni più romantici. Oggi, quelle voci e quegli strumenti che accompagnavano il singolo di successo, suonano ancora in Complimenti per la festa, il documentario di Sebastiano Luca Insinga che racconta i venticinque anni di carriera della band rock di Cuneo e presentato in anteprima nazionale al Festival dei Popoli di Firenze. Come si fa dunque - registicamente parlando - a unire il passato e il presente di uno dei gruppi più longevi della storia della musica italiana? Per Insinga, la risposta a questa domanda è strettamente legata alla narrazione delle radici della band secondo una struttura piuttosto classica e tipica del biopic musicale monografico.



Ovvero attraverso l'utilizzo di filmati di archivio di ieri, alternati a interviste ai membri attuali della band, tutto materiale girato prevalentemente durante il tour Catartica 994/014, che testimoniano il passaggio del tempo, e di barbe – lunghe, poi corte – e di capelli – lunghi di nuovo e poi corti – del gruppo capitanato da Cristiano Godano.



Ovviamente i cambiamenti fisici sono solo una piccola parte della cronologia esistenziale e musicale dei Marlene Kuntz. Perché la forma classica di Complimenti per la festa – che è molto lineare e senza particolari guizzi d’autore – è comunque di spirito originale quando riesce a raccontare sia un’evoluzione durata venticinque anni e ancora in corso, sia momenti intimi dei membri della band, sia ricostruire l’universo di fan, produttori, ammiratori, che intorno ai Marlene Kuntz ruota ancora a oggi. Poi, ovviamente c’è la musica.



Ed è lei la protagonista con suoni post-rock decisamente acidi. E c’è da notare, anche se non suonerà particolarmente innovativo, ma qui parliamo di un lavoro ben fatto dal punto di vista documentaristico e non di un gioiello dell’innovazione stilistica, che la musica è l’elemento costante che ha tenuto insieme il gruppo italiano per un periodo così lungo e fiorente. Perciò Complimenti per la festa è alla fine un ritratto appassionato del potere delle note di oltrepassare cambiamenti e passi vitali, per dare sempre un gran piacere agli artisti che la suonano e ai fan che la ascoltano
 
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