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Lo streaming del weekend - 6 Days, la storia dell'assedio del 5 maggio 1980

Disponibile su Netflix. L'ambasciata iraniana a Londra è sotto scacco. Un negoziatore, un soldato e una giornalista per risolvere la crisi

Strong

21.09.2018 - Autore: Gian Luca Pisacane
Nome in codice: Operazione Nimrod. Ma forse in molti la ricorderanno come l'attacco all'ambasciata iraniana a Londra, il 5 maggio 1980: l'assedio di Princes Gate, nel quartiere di South Kensington. Sei terroristi presero in ostaggio ventisei persone, tra diplomatici e visitatori. Tennero in scacco l'Inghilterra intera per sei giorni. Solo un anno prima era toccata la stessa sorte agli americani a Teheran, come ci ha raccontato Ben Affleck in Argo.

L'Iran era un fronte caldo, schiacciato dalla repressione e dai movimenti rivoluzionari. Dall'altra parte dell'oceano, Ronald Reagan cercava di infondere uno spirito di rinascita. In Europa, il primo ministro inglese Margaret Thatcher gestiva l'economia con il pugno di ferro. E il suo spirito determinato e intransigente traspare anche in 6 Days. Nessuna tolleranza verso gli estremisti: non devono abbandonare il Paese, e la crisi è di competenza dei militari, non della polizia. "L'Inghilterra non scende a compromessi", spiega il suo portavoce, con un occhio anche all'IRA e ai disordini in Irlanda.



6 Days è la storia di uno stallo, di un'attesa che distrugge i nervi. Si sviluppa su tre fronti: il negoziatore, le truppe speciali della SAS e i giornalisti in attesa dello scoop. Gli assalitori appartenenti al Fronte Rivoluzionario Democratico per la Liberazione dell'Arabistan (una provincia dell'Iran) vengono inquadrati poche volte. Sono una voce che risponde al telefono, l'immagine della disperazione di un popolo, che ai soprusi risponde con la violenza.

Per le strade, la BBC riprende ogni istante, per documentare la vittoria o la tragedia. La comunicazione è vitale, bisogna mostrare al mondo la forza di uno Stato. La Lega Araba si defila, l'Iran non vuole trattare. L'Inghilterra è sola, e si appoggia ai suoi eroi. I militari scalpitano per fare irruzione, per dare il via al massacro. Si allenano tutti i giorni, si preparano a ogni tipo di assalto. Ma allo stesso tempo hanno paura, sono esseri umani che nascondono le proprie insicurezze dietro al machismo e alle raffiche di mitragliatrice. Lo spettro della strage di Monaco aleggia ancora sulle loro teste: la Thatcher non può accettare un altro bagno di sangue.



Si cerca di trovare una soluzione pacifica, con un esperto che prova a salvare l'impossibile. Conosce la minaccia, la posta in gioco. La tensione si costruisce attraverso i dialoghi, in 94 minuti serratissimi, che sfociano in un finale esplosivo. La colonna sonora ricorda il suono di un allarme: il tempo scorre veloce, l'inevitabile si avvicina.

Il regista Toa Fraser costruisce un film attuale, ricco di suspense, lontano dalle evoluzioni sportive del suo The Free Man e dagli eccessi in salsa maori di The Dead Lands - La vendetta del guerriero. Uscito su Netflix nel 2017, 6 Days non ha convinto i palati più esigenti, che forse si aspettavano una regia più muscolare e lo spirito di un action movie. Ma l'azione nasce dalle decisioni dei governanti, dai palazzi del potere, dove i politici si sentono dei e la gente comune rischia di non vedere il domani.

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