NOTIZIE

La recensione di Metti la nonna in freezer, una commedia grottesca riuscita a metà 

Il film con Miriam Leone e Fabio De Luigi riflette sul mondo del lavoro con umorismo. Ma perde le redini della storia

Metti la nonna in freezer

15.03.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Una commedia che guarda al cinema di Edgar Wright – nella realizzazione, più che nella scrittura – e inizia davvero bene per poi perdersi in una sequela di scelte confuse. Metti la nonna in freezer, diretto dalla coppia composta da Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, già registi di Amore oggi, è purtroppo un'ottima promessa non mantenuta fino in fondo.

 
La storia mescola commedia romantica e grottesco per raccontare una truffa nata da esigenze nobili: Claudia (Miriam Leone) è una restauratrice che da tempo paga le sue dipendenti con i soldi della ricca pensione della nonna (Barbara Bouchet), perché lo Stato le deve parecchi soldi che non si sono ancora materializzati. Ma quando la nonna muore, Claudia e le sue socie ricorrono a un espediente fino a quel momento per loro impensabile: congelare la nonna nel freezer per continuare a ritirare la pensione, almeno fino a quando i soldi non arriveranno. Nel frattempo, però, l'incorruttibile finanziere Simone (Fabio De Luigi) si innamora di Claudia. La loro storia comprometterà la truffa in un accumularsi di equivoci e bugie.
 
Sulla carta c'è la voglia di parlare della situazione lavorativa tragica in cui versano tanti italiani, usando per una volta l'arma del grottesco e dell'umorismo cattivo. E finché non inizia la storia d'amore tra i protagonisti, tutto funziona. Sia loro che, soprattutto, i comprimari, danno colore e ritmo alle vicende, supportati da una regia che scimmiotta gli stacchi rapidi di montaggio con effetti sonori tipici dei film di Wright. Non lo fa con uguale perizia, ma per lo meno c'è cura per la confezione del film e già questo è un ottimo passo avanti per il nostro cinema solitamente interessato più al messaggio che al lato tecnico.

 
Poi però inizia una parentesi romantica forzata, in cui Claudia, che fino a pochi minuti prima non ne voleva sapere di Simone, cambia idea repentinamente e diventa a lui completamente devota in un breve montaggio. Ma è solo un sintomo di un male più esteso: tutti i personaggi iniziano ad agire in maniera spesso incoerente, solo per portare avanti il plot oppure servire una gag immediata e facile. Oltretutto, la concezione della donna che ne esce è anche abbastanza equivoca: da professionista piena di risorse e indipendente, Claudia diventa una svampita innamorata tesa completamente all'utopia della famiglia che dovrebbe costituire con Simone.
 
È chiaro che siamo in una commedia e su queste cose tendenzialmente si passa sopra. Non siamo qui per approfonditi ritratti psicologici, ma per ridere. Solo che un conto è la superficialità, un conto le curve a gomito di una storia che perde messa a fuoco e mordente, fino a un finale in cui sembra quasi che, invece di far satira sul mondo del lavoro, il film voglia premiare i furbi.

 
Peccato, perché con maggiore cura nella scrittura del secondo e terzo atto, ci saremmo trovati di fronte a un prodotto leggero dal sapore moderno. Metti la nonna in freezer ci prova a esserlo, ma a metà strada perde la bussola.
 
Metti la nonna in freezer è distribuito in sala da 01.