NOTIZIE

Florence - La nostra recensione

Il nuovo biopic di Stephen Frears si fa forte delle splendide interpretazioni di Meryl Streep e Hugh Grant, e di un personaggio indimenticabile

21.10.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Non capita spesso di veder recitare male un mostro come Meryl Streep (ovviamente perfetta nell'assolvere al compito), e basterebbe questo per rendere il film su Florence Foster Jenkins di Stephen Frears un film epocale. Sempre più dedito a scavare nella vita di figure storiche in maniera differente - da Lady Henderson alla Regina Elisabetta II, dalle altrettanto britanniche Tamara Drewe e Philomena alle travagliate leggende yankee di Muhammad Ali e Lance Armstrong - anche stavolta il regista di Leicester sembra aver trovato la chiave giusta, con la solita semplicità ed eleganza formale, per affrontare quella che è passata alla storia come "La peggior cantante del mondo".



Il segreto della valigetta - un po' come fu per Pulp Fiction - distrae inizialmente, facendo presagire qualcosa che in fondo gradualmente perde di importanza in un film che, per quanto scontato o prevedibile, farà innamorare i cuori più sensibili. Un po' l'effetto che la matura appassionata di musica e canzoni sembra fare su tutti - quasi - quelli che la avvicinano, per caso o meno, più o meno brevemente. Una donna naive, scollegata dalla realtà che la circonda - per possibilità economiche e per animo - e forse un po' sciocca a un primo sguardo, la Forence rappresentata dalla Streep è una donna forte, determinata e inarrestabile, ma soprattutto buona e piena di amore. Per l'arte e per il prossimo. Una mecenate involontaria, grazie anche al sostegno e la vicinanza del marito-manager St. Clair, uno Hugh Grant in uno dei suoi ruoli più calzanti e sentiti, che dimostra una chimica incredibile con la pluripremiata collega statunitense.

[FESTA DI ROMA: I 10 FILM DA NON PERDERE]

Ma la magia che si va svelando, poco a poco, via via che si abbassano le difese razionali e ci si fa conquistare da un dramma in costume delizioso e affascinante, è sì quella del protagonista, ma soprattutto quella che vi instilla il regista, stavolta capace di indovinare il soffio vitale e di rendere credibile una impossibile storia vera. Nella quale le rose nascondono le loro spine, ma solo agli sguardi più disattenti, e il dolore di tutta una vita rafforza ancora di più il coraggio di questa folle, ingenua pasionaria, cieca alle falsità dei tanti amici e fan al punto da farle scomparire davvero. Una regina della notte alla quale forse non chiederemmo un bis per godere di Mozart, ma che ascolteremmo per ore, non per amore del bel canto o piaggeria, ma per sincera riconoscenza.



Per l'esempio di tenacia offerto, e di bontà, raccontato da un film nel quale in definitiva è proprio l'arte ad avere meno importanza. Meno della vicinanza di un marito perfetto, per lei, meno dell'avere una buona scorta di insalata di patate nella vasca da bagno, meno della nudità di un Re - o una Regina - che non ha nessuna paura o pudore a mostrarsi nudo, perché vestito delle qualità più importanti, anche se non artistiche. Ché l'arte, in fondo, non conta, o si giudica altrimenti. E a dirlo è uno tanto bravo da riuscire a rendere arte un film sulla mancanza della stessa…


Florence, in sala dal 22 dicembre 2016, è distribuito da Lucky Red