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A Quiet Passion - La recensione del film della settimana

Cynthia Nixon, la Miranda di Sex and the City, è la poetessa Emily Dickinson nel biopic diretto da Terence Davies

14.06.2018 - Autore: Gian Luca PIsacane
Il cinema di Terence Davies affascina per la cura dell’immagine. Niente è lasciato al caso: gli attori si muovono seguendo quasi una danza, in armonia con l’ambiente. Si creano splendide geometrie, richiami pittorici, che si avvicinano più a un quadro che al grande schermo. La luce del sole illumina i corpi attraverso le finestre, in sequenze spesso statiche, dove i movimenti sono ridotti al minimo. Ogni gesto è calcolato, quasi innaturale, ma è vita. Anzi è cinema che rappresenta la vita nella sua essenza, al di là di ogni eccesso naturalistico oggi tanto di moda…

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In A Quiet Passion, siamo nell’America di Gettysburg, di George Washington, quella in cui ha vissuto la grande poetessa Emily Dickinson. Ancora una volta Davis racconta la storia di una donna schiacciata dal peso dell’esistenza. In Sunset Song, ambientato nella Scozia contadina, una donna si toglieva la vita per la nuova gravidanza impostale dal marito. Hester, la protagonista de Il profondo mare azzurro, era sopravvissuta a un tentato suicidio. Nei suoi film, sempre in costume, Davies indaga la condizione femminile, fa il ritratto di una società puritana, che si nasconde dietro alla religione e al perbenismo. A Quiet Passion, sofisticato biopic sulla poetessa Dickinson, si concentra sul suo animo ribelle, sulla sua ricerca della libertà sempre soffocata. Fin da ragazza, quando era a scuola, si rifiutava di sentirsi cristiana solo per uniformarsi al pensiero comune. Si opponeva al conformismo, non accettava le costrizioni. Raramente usciva dalla sua casa, e si rifugiava nella scrittura, nei versi delle sue poesie. Cercava la verità nelle piccole cose, trasmetteva la sua sofferenza nei testi che non le hanno mai lasciato pubblicare. L’apparente tranquillità del mondo si scontra nel film col suo spirito indomito, con una solitudine viscerale da cui ha tratto la sua forza. 
 
Keith Carradine interpreta un padre severo ma amorevole, che ha sempre cercato di rendere la figlia felice. Ma Dickinson era una vittima dei suoi tempi, in cui gli americani “facevano dell’ipocrisia la loro forza”, come ci spiega la protagonista durante una passeggiata in giardino. In pubblico bisognava mostrare una condotta irreprensibile, ma appena si rientrava in casa tutto era concesso, se si portavano i pantaloni. Un uomo poteva tradire la moglie, ma non il contrario. 


Davies punta la macchina da presa su chi deve soffocare la propria identità per il “pensiero comune”, sui sogni negati. Dickinson stessa sa che il successo potrà solo essere postumo, perché gli editori non le danno alcuna possibilità in quanto donna. Il suo è uno strazio quotidiano, un dolore che passa attraverso gli sfoghi con la sorella e l’invidia per il fratello, che può seguire la propria vocazione. Il film è la cronaca di una passione repressa, con una raffinata messa in scena e soprattutto con i versi toccanti, gli appassionati componimenti di una delle figure più significative dell’Ottocento.     

A Quiet Passion è distribuito nei cinema da Satine Film.