Ragazzi miei

The boys are back - locandina

Dopo la prematura scomparsa della sua seconda moglie, Joe, ancora sconvolto da questa perdita improvvisa, deve far fronte alle quotidiane difficoltà familiari, cercando inoltre di aiutare il figlio minore Artie a superare il suo immenso dolore. Presto fa la sua comparsa anche Harry, il figlio adolescente di Joe, nato dal suo primo matrimonio, che si unisce, con il proprio bagaglio 'emotivo', in questa difficile situazione. Senza sapere bene come muoversi, padre e figli decidono di lasciarsi alle spalle le convenzioni del mondo degli adulti, optando per una vita basata sulla massima libertà e sregolatezza. Ma quando la situazione si complica, Joe è costretto a riprendere in mano le redini e a comportarsi da genitore, conservando però l'allegria e l'esuberanza sperimentate nell'altro stile di vita.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Boys Are Back
GENERE
NAZIONE
United Kingdom
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Walt Disney Pictures
DURATA
104 min.
USCITA CINEMA
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2010

di Andrea D'Addio

Tratto dall'omonimo romanzo autobiografico di Steven Carr, “Ragazzi miei” (in originale “The Boys Are Back”) vede il ritorno dietro la macchina da presa di Scott Hicks, già firma di “Shine” e “Cuori in Atlantide”, un regista capace di mantenere il giusto equilibrio tra drammatizzazione e fluidità del racconto, uno che non cerca mai la lacrima facile, né si erge ad “autore” ergendosi a tecnicismi di qualsiasi sorta. Il suo è un cinema fatto di relazioni personali, bilanci di vita e nuove, piccole sfide con sé stessi.

Clive Owen in Ragazzi miei

Temi che ritroviamo anche in questa storia tutta al maschile in cui tutto è legato da un'assenza. Quella della moglie del protagonista, un giornalista sportivo di successo che si ritrova improvvisamente vedovo con un piccolissimo figlio da crescere e un altro adolescente, frutto di un primo matrimonio fallito, venuto a passare con lui l'estate. I tre cercheranno un proprio equilibrio all'interno di una situazione tanto imprevista, quanto apparentemente tendente al peggio. Siamo infatti in Australia, in un villaggio fuori città, dove è difficile poter contare sull'aiuto di vicini che non esistono, così come su quello dei lontani genitori di lei. Il caldo e le distanze rendono tutto più difficile. Lui si era trasferito anni prima dall'Inghilterra proprio sulla scia di quell'amore ora purtroppo finito. Che fare ora?

Clive Owen in Ragazzi miei

Il rapporto tra i tre, in particolare quello tra Joe e il figlio maggiore, è al centro di questo film tanto delicato, quanto sincero e intimista. Nessun luogo comune, la presa di coscienza del lutto che soffre il protagonista è tanto graduale quanto credibile. Non c'è mai un eccesso, i personaggi vivono di vita propria senza dover ricorrere a scene emblematiche che ne giustifichino i comportamenti. La scelta di inserire solo parzialmente una nuova figura femminile all'interno del racconto è la prova di quanto non si voglia banalizzare con facili soluzioni una storia così potenzialmente vicina a tutti noi. Per rendere sempre interessante e viva una sceneggiatura che, al di là dei meriti, appare comunque “prevedibile”, serviva un grande attore. Clive Owen lo è.

Clive Owen in Ragazzi miei

Dal canto suo Scott Hicks fotografa al meglio l'ambiente circostante, riuscendo attraverso ai colori della natura dell'ambiente a suggerire empaticamente anche le emozioni, così come si sofferma con sensibilità sui vari rapporti anche “fisici” (abbracci, pianti, carezze) che intercorrono tra i vari personaggi. “Ragazzi miei” riesce così in definitiva a risultare una buona pellicola di medio livello, una di quelle a cui è difficile muovere qualche critica particolare, se non quella forse di accontentarsi di essere semplicemente più che sufficiente.