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The X-Files: My Struggle – La nostra recensione

Nel Pilot della nuova serie Mulder e Scully tornano a essere agenti fuori dal comune, tredici anni dopo la chiusura del reparto X-Files.

12.12.2015 - Autore: Alessia Laudati - da Courmayeur (Nexta)
Sono loro. Proprio loro. David Duchovny e Gillian Anderson nei panni degli agenti Mulder e Scully nel nuovo corso della serie X-Files, tredici anni dopo la chiusura della nona stagione nel 2002. Un nuovo corso composto da sei episodi che andrà in onda a partire da gennaio 2016 per FOX Italia. E del quale abbiamo potuto vedere la prima puntata, intitola in originale 'My Struggle', presentata in anteprima mondiale al Courmayeur Noir in Festival. Diciamolo subito: il bello di questo nuovo progetto, sempre diretto da Chris Carter, è che tutto è cambiato per rimanere sempre lo stesso.

Sono passati anni, ma le rughe comparse sul volto dei due protagonisti regalano loro una saggezza e una 'expertise' che sapranno presto mettere in campo al parlare di nuovo di UFO, fenomeni paranormali e dell'eterno scontro con i poteri forti intenzionati a nasconderli. Perché questa nuova serie ci mostra il cambiamento dei due personaggi dopo la chiusura della sezione X-Files dell’FBI e la loro evoluzione vitale, senza abnegare però alle loro caratteristiche più spiccate. Ovvero lo scetticismo di Scully, il suo rigore british e scientifico, e in controcampo, il protocollo lavorativo di Mulder, più sanguigno e complottista. I due agenti – dicevamo – sono di nuovo lì, immersi in atmosfere mystery ben progettate e fotograficamente perfette. E li vediamo, in questa prima puntata, riallacciare i contatti con il mondo X-Files, passo dopo passo, emergenza dopo emergenza, rapimento alieno dopo rapimento alieno, personaggio ereditato dopo personaggio ereditato.



Come nel caso di Walter Skinner (Mitch Pileggi). Certo, per tornare dopo tanti anni sugli schermi ci voleva una premessa davvero avventurosa per far ripartire la serie. Qualcosa che non fosse un semplice: “rimettiamoci al lavoro”. Su questo dato, la prima puntata scivola un po’, perché la teoria del complotto governativo interno, con soli quaranta minuti a disposizione per dispiegarsi, è davvero un tempo troppo breve per poter seminare tutti gli indizi necessari a 'fare una prova'.

La scelta è stata quindi quella di alzare i toni e lasciare poi al resto degli episodi la responsabilità di dare loro verità drammaturgica. Per ora, però, si resta interdetti e con il dubbio che i nostri agenti del paranormale non siano questa volta andati oltre le loro possibilità. É il dubbio amletico che accompagna tutti i pilot troncati brutalmente per esigenze promozionali; perché in condizioni normali avremmo ben altri cinque episodi per costruire una risposta che potesse essre definitiva. Allo stato attuale, possiamo comunque giudicare i risultati del primo ciak buoni, pur se non eccelsi. Con la sicurezza che le atmosfere tipicamente 'carteriane' e care alla serie sapranno traghettare naturalmente il prodotto verso una seconda rivelatoria puntata.