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Serie Cult: Black Mirror, piccolo grande imperdibile fenomeno

Due stagioni piuttosto anomale e uno special finale ne hanno fatto uno dei prodotti più amati dalla rete

23.03.2016 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Il fatto più sorprendente relativo al Black Mirror di Channel 4 è che in molti ancora non lo conoscano o non abbiano ancora avuto modo di vederlo. Per fortuna, ormai Netflix - oltre ad averne trasmesso l'ultimo prodotto - mette a disposizione del pubblico italiano tutti gli episodi a disposizione fino a oggi. Non tanti, in realta, solo sette. Sette 'magnifici' che in qualche modo hanno creato una elite, della quale fanno sicuramente parte anche nomi importanti. Come quello di Stephen King - una garanzia non da poco - o Robert Downey Jr., talmente impressionato dall'episodio Ricordi pericolosi da opzionarne la possibilità di realizzarne una versione cinematografica estesa per la Warner Bros con la sua Team Downey.



Un altro 'fan' - interessato, certo - è il Jon Hamm di Mad Men che abbiamo visto come protagonista assoluto dell'ultimo Christmas Special Bianco Natale. Per altro, uno dei tanti volti noti apparsi nelle storie raccontate al pari di Rory Kinnear (Skyfall), Hayley Atwell (Marvel's Agent Carter), Janet Montgomery (Salem), Allen Leech (Downton Abbey), Jessica Brown-Findlay (Winter's Tale), Rupert Everett (Il matrimonio del mio migliore amico), Oona Chaplin (Il Trono di Spade), Daniel Kaluuya (Sicario) e Domhnall Gleeson (Ex Machina). Ma a questo punto sono in molti gli attori e le attrici che accetterebbero a scatola chiusa una parte nella creatura di Charlie Brooker, geniale sceneggiatore e conduttore televisivo britannico autore anche della miniserie Dead Set (2009).

Andati in onda tra il 4 dicembre 2011 e il 16 dicembre 2014 (in Italia tra 10 ottobre 2012 e il 22 ottobre 2015) Messaggio al Primo Ministro, 15 milioni di celebrità, Ricordi pericolosi, Torna da me, Orso Bianco, Vota Waldo! e Bianco Natale hanno la particolarità di essere assolutamente indipendenti l'uno dall'altro e autoconclusivi. Un vero e proprio - come è stato detto da più parti - Ai confini della realtà, costruita produttivamente con la stessa struttura dell'altro successo inglese Sherlock. Tre episodi a stagione, uno special, nei quali in maniera caustica e spietata si affrontano temi caldi di grande attualità nella società che ci circonda, nei quali ricorre quello fondamentale della sempre più diffusa dipendenza dalla tecnologia.



Forte di una carica politica e di uno humor nero notevoli, è forse una delle poche serie - per quanto anomala - davvero originali tra quante viste negli ultimi anni. E forse per la sua capacità di porci davanti a situazioni che potrebbero divenire reali (se non lo hanno già fatto, in alcuni casi) in qualche anno o che potremmo vivere davvero - e magari da 'vittime' - è sicuramente uno dei prodotti che anche da solo giustificherebbero la scelta di abbonarsi a Netflix!