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Masterchef: come eravamo cinque anni fa

L'italienglish di Bastianich, la dolcezza di Barbieri e un po’ di avventura. Qualcosa è cambiato in cinque edizioni della nota trasmissione

Masterchef

03.02.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Il cooking show culinario di Sky Uno si avvia verso la puntata del 4 febbraio, l’ottava. E noi invece pensiamo ai bilanci. Sì perché in cinque edizioni la competizione culinaria che si basa sulla sfida tra cuochi amatoriali per eleggere il futuro chef televisivo, è davvero diventata un fenomeno di culto. Masterchef Italia è cominciato nel 2011 ed è andato avanti per ben quattro edizioni fino a toccare la stagione in corso.
 

Con una squadra di giudici formata da Bruno Barbieri, Carlo Cracco e Joe Bastianich, alla quale si è aggiunta quest’anno la figura del severo ma giusto Antonino Cannavacciuolo, lo show si è distinto per una formula di intrattenimento giocata sulla cultura gastronomica ma anche sulla personalità dei giudici, pronti a stroncare con umorismo ogni passo falso dei concorrenti. Sono loro l'anima del programma; sempre sospesi tra un atteggiamento di paternalismo e autoritarismo ben bilanciato. In cinque anni però molte cose sono cambiate. Ecco cosa possiamo rimpiangere dalla prima edizione ad oggi, considerando il cambio del numero di giudici – da 3 a 4 – accaduto in questa edizione. 
 
Barbieri meno ‘good cop’. Lo chef emiliano è stato per i quattro anni passati il giudice più amorevole e caldo nei confronti degli aspiranti chef. Sarà stato merito dell’accento rotondo, o del ruolo incarnato all’interno della trasmissione, ovvero quello di pacificatore mite dei giudizi affilati di Cracco e Bastianich, ma nell’edizione in corso qualcosa è cambiato. Complice anche la presenza di Cannavacciuolo che emana bontà ad ogni manata sulla spalla dei concorrenti, Barbieri può concedersi qualche critica in più. 
 
Nessun contatto fisico. Nella cucina di Masterchef, gli aspiranti chef stazionano da una parte mentre i giudici osservano in piedi il loro operato. Una linea li divide; immaginaria ma invalicabile. E spesso tra le due fazioni, almeno davanti alle telecamere, non c’è nessun tipo di smanceria o contatto fisico. Una regola non scritta e infranta nella quinta edizione dal giudice Antonino Cannavacciuolo, che in più occasioni sferza la schiena dei concorrenti con sonore pacche sulla spalla. Un marchio di fabbrica che ha già utilizzato nel programma precedente, Cucine da incubo, come un vero e proprio tratto distintivo. 

 
L’italienglish di Bastanich. É migliorato, non c’è che dire. E dai tormentoni ripresi anche da Maurizio Crozza come “Mi stai diludendo”, o “Vuoi che moro?”, l’italienglish dell’imprenditore italo-americano si è decisamente orientato verso una lingua più corretta. Che però ha perso personalità. Sarà che Bastianich è ormai una star anche nel nostro paese, cosa che lo porta a vivere lunghi periodi in Italia e migliorare il suo italiano – di per sé già ottimo - ma un po’ ci manca quel suo linguaggio sgangherato e particolare. 
 
L’avventura. Durante la prima edizione nessuno poteva conoscere il grado di successo della trasmissione. Tantomeno i concorrenti, che spesso erano davvero cuochi provetti ma decisamente casalinghi che si misuravano per la prima volta con il mondo della TV e della cucina stellata. Oggi, dopo lo scandalo che ha investito il vincitore della quarta edizione Stefano Callegaro, accusato di lavorare già come chef in un noto ristorante, sembra quasi che il programma abbia perso un po’ di spontaneità, di avventura e di quel fascino da competizione che poteva fare dell’uomo qualunque una star dei fornelli.
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