NOTIZIE

Homeland: tiriamo le somme della quinta stagione

Carrie e Saul ancora una volta pronti a tutto per fermare i terroristi in una stagione appassionante e ricca di colpi di scena

Homeland

22.12.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Una cosa è evidente dopo aver visto il finale di stagione di Homeland: la serie è stata rivitalizzata con grande successo. Alla terza stagione, Homeland aveva raggiunto un'impasse dovuto alla mancanza di coraggio: Alex Gansa, Howard Gordon e il team di sceneggiatori non avevano avuto il coraggio di lasciarsi alle spalle Brody e, quando finalmente lo hanno fatto, Homeland è rinata dalle ceneri più forte di prima. La quarta stagione si è rivelata la migliore sin dalla prima e questa quinta, per quanto non eccezionale come la precedente, ha comunque funzionato come un perfetto meccanismo a orologeria.

 
La scelta di spostare l'azione a Berlino ha pagato, non solo per l'inserimento di ottimi interpreti tedeschi come Sebastian Koch e Nina Hoss, ma anche da un punto di vista estetico, perché per una volta ci siamo lasciati alle spalle i “soliti” paesaggi americani e mediorientali della serie. E anche questo ha contribuito alla sensazione di aria fresca, la cui componente principale è però la fuoriuscita di Carrie dalla CIA e il suo agire al di fuori della legge pur di portare a termine una missione in cui si ritrova invischiata. Nel corso di questa missione ritrova i contatti delle stagioni precedenti ed è in particolar modo bellissimo vedere come recuperi il rapporto con Saul Berenson, dopo gli eventi della scorsa stagione che li avevano allontanati.
 
Lo spostamento dell'asse sul terrorismo dei foreign fighters in Europa è più che mai attuale e inquietante, specialmente se pensiamo alle implicazioni che un attacco terroristico come quello ipotizzato nella serie potrebbero avere nel mondo odierno. Se la scorsa stagione era rimasta un po' indietro nel descrivere il terrorismo – mancando del tutto l'evolversi dell'Isis – questa invece torna sul pezzo con una lungimiranza notevole. Tanto che gli autori si sono premurati di inserire all'ultimo minuto un richiamo agli attentati di Parigi, e questo non ha stonato per nulla.

 
Se si deve proprio trovare un difetto alla quinta stagione di Homeland, tocca citare il parziale anticlimax finale: dopo un'escalation di tradimenti, doppi giochi, bugie e verità spaventose, i nodi sono giunti al pettine in maniera tutto sommato moscia nell'episodio finale, che ha chiuso la trama vera e propria in pochi minuti per poi tirare le somme emotive della stagione nei restanti cinquanta.
 
Ora resta il dubbio su dove si andrà nella sesta stagione, sulla cui direzione vengono dati pochissimi indizi e nessuno realmente risolutivo. Ma ormai Homeland ha riacquistato la nostra fiducia e, anche se questo idillio non può durare, siamo pronti a dare alla serie il beneficio del dubbio.