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The Raid 2 travolge il Sundance con la sua violenza estrema

Lungo, brutale e senza compromessi, il sequel di Gareth Evans convince

The Raid 2 - Iko Uwais

23.01.2014 - Autore: Marco Triolo
Uscito da noi in sordina e direttamente in DVD, The Raid: Redemption è stato un vero e proprio “caso” nella cinematografia action internazionale. Girato in Indonesia da un regista gallese, Gareth Evans, il film fu presentato al Toronto Film Festival e al Sundance, e da lì partì la sua leggenda. Non è un caso, dunque, che The Raid 2: Berandal sia stato selezionato al festival di Park City, dove è stato proiettato negli scorsi giorni. Le prime recensioni ne lodano la capacità di reinventare totalmente la formula, anche se l'eccesso di violenza e di durata, si dice, potrebbero scoraggiare chi non è avvezzo a questo genere di film.

Tim Grierson di Screen Daily scrive: “Il raro sequel che espande il mondo del suo predecessore per creare qualcosa di più grande, ricco e molto più gratificante, The Raid 2 eleva il franchise da un divertente action a porte chiuse in un vero e proprio epic criminale”. “Le scene d'azione a base di arti marziali restano straordinarie”, continua Grierson, aggiungendo però che la storia “anche se non proprio geniale, mette abbastanza carne al fuoco da rendere il sequel coinvolgente anche quando non volano i pugni”.



“The Raid 2 ha un budget decisamente più elevato”, afferma David Rooney di The Hollywood Reporter. “La spavalderia del kickboxing e il caos delle arti marziali detengono ancora il primo posto, coreografati ancora una volta dagli attori principali Iko Uwais e Yayan Ruhian”. Per quanto riguarda la trama: “Sembra meno unica. Ci sono echi di Quentin Tarantino, Nicolas Winding Refn e Takeshi Kitano”. Ma conclude: “Una delle voci principali nel budget devono essere state le fatture ortopediche, perché quest'orgia di ossa rotte e feroce violenza fa sembrare il predecessore uno schiaffetto stizzito. Con il suo avvicendare sanguinosi duelli come vertiginosi atti di un balletto iper-violento, il sequel di Gareth Evans invita accuse di eccesso. Ma i fan se lo berranno in un sorso”.

“Se The Raid 2 delude un po' è soprattutto per comparazione, non per mancanza di ambizione”, sostiene Justin Chang di Variety. “Lungo circa due ore e mezza, questo sequel sensazionalmente violento e incredibilmente ben fatto è stato concepito come una storia di gangster dall'incedere lento”, ma “una volta che il massacro inizia, le capacità registiche di Evans si confermano robuste e iper-cinetiche come sempre”. “The Raid 2 diventa un demo reel di tutte le diverse forme di punizione che il corpo umano può (e non può) sopportare”, a cui però si unisce “una trama di poliziotti sotto copertura e guerre tra bande che unisce la disperazione esistenziale di Infernal Affairs con il nichilismo dei film di yakuza di Takeshi Kitano”.



L'unica recensione negativa è quella di Jordan Hoffman di Screen Crush, che, indicativamente, stronca il film usando gli stessi argomenti che i colleghi utilizzano per lodarlo: “La violenza, in questa versione integrale, è così inarrestabile, così assolutamente brutale, che sono dovuto uscire dalla sala. Le ossa spezzate, i crani spaccati e il sangue che spruzza superano la linea del buon gusto, fracassandola col retro di un martello. Nonostante siano esteticamente e tecnicamente impressionanti, i combattimenti finali di The Raid 2 sono così sgradevoli che ho rischiato di vomitare in sala”. L'effetto è voluto e, mai come in questo caso, sta tutto nei gusti del pubblico.
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