Prima di scegliere un nuovo progetto, Quentin Tarantino è solito pensarci su per diverso tempo, annunciando nel frattempo due o tre film diversi che poi non vengono realizzati. Perciò è sempre meglio prendere dichiarazione di Tarantino con le proverbiali pinze, anche se la seguente è piuttosto intrigante. Perché il regista di The Hateful Eight potrebbe essere pronto a dirigere il suo primo documentario.
Lo ha rivelato al pubblico del Festival Lumière a Lione, durante una serata dedicata al tema che sta studiando da un po' di tempo e che è diventato la base di una retrospettiva da lui selezionata al festival: il 1970 al cinema. Tarantino è apparso accanto al direttore di Cannes Thierry Fremaux per una masterclass incentrata sui cambiamenti del cinema americano e internazionale in quel fatidico anno. “Scriverò un libro? Forse. Farò un podcast in sei parti? Forse. Un documentario? Forse. Sto cercando di capirlo”. Un “work in progress”, come lo ha chiamato il regista, che per la prima volta ha presentato questo progetto a un pubblico.
Tra i film selezionati troviamo Love Story di Arthur Hiller, Il tagliagole di Claude Chabrol, L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder, Cinque pezzi facili di Bob Rafelson, MASH di Robert Altman, Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni e Lungo la valle delle bambole di Russ Meyer. Tarantino ha spiegato come, nel 1970, la New Hollywood fosse ormai diventata “l'unica Hollywood, e tutto quello che anche solo puzzava di vecchia Hollywood era morto sul nascere”. “La New Hollywood aveva vinto la rivoluzione, ma non era chiaro se sarebbe sopravvissuta. Il cinema era cambiato così drasticamente che Hollywood aveva alienato il pubblico delle famiglie”. Facendo questa ricerca, Tarantino ammette di aver scoperto quanto “il cinema della New Hollywood dal 1970 al 1976 fosse molto più fragile di quello che pensavo. L'esperimento avrebbe potuto morire nel 1970”.
Nella sua ricerca, Tarantino ha anche incluso il giallo così come inventato da Dario Argento e lo spaghetti western comico di Lo chiamavano Trinità di Enzo Barboni, con Bud Spencer e Terence Hill: “La qualità comica del film influenzò tutti gli altri spaghetti western arrivati in seguito”. Aspettiamo di sapere come deciderà di sviluppare questo tema, ma speriamo che scelga la strada del documentario.
Fonte: Deadline
Lo ha rivelato al pubblico del Festival Lumière a Lione, durante una serata dedicata al tema che sta studiando da un po' di tempo e che è diventato la base di una retrospettiva da lui selezionata al festival: il 1970 al cinema. Tarantino è apparso accanto al direttore di Cannes Thierry Fremaux per una masterclass incentrata sui cambiamenti del cinema americano e internazionale in quel fatidico anno. “Scriverò un libro? Forse. Farò un podcast in sei parti? Forse. Un documentario? Forse. Sto cercando di capirlo”. Un “work in progress”, come lo ha chiamato il regista, che per la prima volta ha presentato questo progetto a un pubblico.
Tra i film selezionati troviamo Love Story di Arthur Hiller, Il tagliagole di Claude Chabrol, L'uccello dalle piume di cristallo di Dario Argento, Vita privata di Sherlock Holmes di Billy Wilder, Cinque pezzi facili di Bob Rafelson, MASH di Robert Altman, Zabriskie Point di Michelangelo Antonioni e Lungo la valle delle bambole di Russ Meyer. Tarantino ha spiegato come, nel 1970, la New Hollywood fosse ormai diventata “l'unica Hollywood, e tutto quello che anche solo puzzava di vecchia Hollywood era morto sul nascere”. “La New Hollywood aveva vinto la rivoluzione, ma non era chiaro se sarebbe sopravvissuta. Il cinema era cambiato così drasticamente che Hollywood aveva alienato il pubblico delle famiglie”. Facendo questa ricerca, Tarantino ammette di aver scoperto quanto “il cinema della New Hollywood dal 1970 al 1976 fosse molto più fragile di quello che pensavo. L'esperimento avrebbe potuto morire nel 1970”.
Nella sua ricerca, Tarantino ha anche incluso il giallo così come inventato da Dario Argento e lo spaghetti western comico di Lo chiamavano Trinità di Enzo Barboni, con Bud Spencer e Terence Hill: “La qualità comica del film influenzò tutti gli altri spaghetti western arrivati in seguito”. Aspettiamo di sapere come deciderà di sviluppare questo tema, ma speriamo che scelga la strada del documentario.
Fonte: Deadline
