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Prime recensioni del remake di Kickboxer: “Onesto intrattenimento” o “Divertente disastro”?

La stampa internazionale ha posato gli occhi sul remake del film di Van Damme, presentato in anteprima al Fantasia Film Festival di Montreal. Il verdetto?

Kickboxer: Vengeance

23.08.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Il remake di Kickboxer è stato presentato al Fantasia Film Festival di Montreal, dove la stampa internazionale ha potuto finalmente posare gli occhi sull'atteso film di John Stockwell. Intitolato Kickboxer: Vengeance, il film riprende sostanzialmente senza alterazioni la trama dell'originale: Kurt Sloane, un lottatore americano, viaggia in Tailandia per indagare sulla morte del fratello Eric, ucciso nel corso di un violento torneo illegale di arti marziali dal campione Tong Po (Dave Bautista). Per vendicarsi dovrà iscriversi al torneo e vincere il temibile avversario.

Lo stuntman franco-canadese Alain Moussi prende il posto di Jean-Claude Van Damme nel ruolo di Kurt Sloane, con lo stesso Van Damme nel ruolo dell'inevitabile maestro, Durand. Una parte che da tutti è descritta come il vero motivo per vedere il film, che per il resto ha diviso abbastanza la critica.

Chris Bumbray di JoBlo lo definisce “un disastro, a parte qualche bella scena”. “Nel ruolo principale, Moussi cerca chiaramente di dare il meglio nella sua grande occasione come star d'azione”, “ha decisamente il fisico e le mosse” e “quando Kickboxer: Vengeance è concentrato sull'azione, è un protagonista capace”. I problemi nascono soprattutto dalla regia di Stockwell (autore di Turistas e Trappola in fondo al mare), che “fatica a trovare il tono per tutto il film. Le scene che dovrebbero essere serie sono involontariamente comiche”. E oltretutto spreca Gina Carano nel ruolo di una femme fatale che non sferra neanche un colpo, girando il tutto con un look “non cinematografico che fa sembrare il film poco più di un prodotto per l'home video”. “L'unica redenzione del film è Van Damme”, “così divertente nel ruolo che è impossibile non sognare lui nel ruolo del protagonista”.

Lo pensa anche Evan Saathoff di Birth Movies Death, che definisce Van Damme “l'unica ragione per vedere il film”: “Nel ruolo del riluttante allenatore di Sloane, e nella parte di un attore riluttante in generale, Van Damme lascia fuoriuscire il suo lato nascosto più bizzarro e lavora su un livello che è senza senso ma è una gioia da vedere”. Kickboxer: Vengeance ricrea l'atmosfera dei film di arti marziali anni '90 “con rara precisione. Nel farlo, ci ricorda quanto molti di quei film fossero in realtà orribili e dozzinali incubi. Ma ha anche il beneficio di essere super divertente mentre lo fa”. “Kickboxer: Vengance non è affatto un bel film, ma è un ottimo brutto film, pieno di momenti ridicoli in equilibrio tra inettitudine involontaria e auto-consapevolezza”. “Alain Moussi è un vuoto di carisma nel ruolo principale”, eppure la grande quantità di duelli è “l'altro lato positivo del film”. “Spesso, quando due personaggi stanno per avere una conversazione, alla fine si battono. Non credo di aver mai visto un film così impaziente di liberarsi dei dialoghi”.

Molto più positivo Dennis Harvey di Variety: “Dopo un'estate piena di costosi e deludenti film d'azione in cui anche idee tradizionalmente associate con gli stunt fisici (come The Legend of Tarzan) sono stati sopraffatti dalla CGI”, è rinfrescante vedere un film così onesto, “più corto, un po' più stiloso” dell'originale e in grado di utilizzare “gli stessi cliché un po' meno goffamente”. “Vengeance è divertimento ben confezionato e la riprova che non servono più di due ore o 100 milioni di dollari per dare agli spettatori quello che hanno chiesto comprando il biglietto”.