Gli italo-americani contro Joseph Gordon-Levitt

Gli italo-americani attaccano Joseph Gordon-Levitt: l'accusa, promozione di stereotipi razziali nel suo debutto alla regia, Don Jon (qui la nostra recensione da Toronto).

L'accusa viene da Italian American One Voice Coalition, un'associazione di italo-americani che ha criticato il film non solo per il ritratto che l'attore e regista propone dei cosiddetti tipi alla “Jersey Shore” attraverso il suo protagonista porno-dipendente Jon Martello, ma anche per gli stereotipi sugli ebrei di cui si fa “portavoce” Barbara Sugarman, la sua ragazza interpretata da Scarlett Johansson.

“Eccoci ancora con i soliti, stanchi stereotipi razziali sugli italo-americani nei film – il commento del fondatore di One Voice, Emanuele Alfano – Levitt, figlio di orgogliosi genitori che un tempo hanno fondato la Jewish Progressive Alliance e hanno combattuto la causa dell'equità sociale, dovrebbe vergognarsi per il ritratto negativo di italiani ed ebrei nel suo film”. Non solo, Alfano si è spinto tanto in là da consigliare a Gordon-Levitt il ritiro: “Levitt, come nel caso del suo personaggio malato di pornografia, avrebbe bisogno di andare in terapia per questa denigrazione etnica degli italo-americani – sostiene, senza pensare che il termine “denigrazione” è altrettanto razzista – Levitt farebbe meglio a ritirarsi, togliere questa spazzatura trita dai cinema e donare gli incassi alla carità”.

Incassi che, comunque, ci sono stati. Il film, che ha debuttato al Sundance e ha ricevuto ottime recensioni un po' ovunque, ha incassato nel primo weekend nove milioni di dollari, arrivando già a recuperare il budget. Ora resta da triplicare quella somma per coprire anche la campagna pubblicitaria da 27 milioni messa in piedi da Relativity Media. È improbabile che tali accuse lo impediranno: anzi, probabilmente, scateneranno la curiosità del pubblico.

In Italia, Don Jon sarà distribuito da Good Films.

Fonte: The Hollywood Reporter