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Catherine Deneuve si scusa e chiarisce la sua idea sulle molestie

Dopo le polemiche, l'attrice francese si rivolge al movimento #metoo e spiega meglio il concetto espresso.

15.01.2018 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
La settimana scorsa si era espressa, e in molti si erano scagliati contro Catherine Deneuve, colpevole di aver sostenuto di "difendere la libertà di importunare, indispensabile alla libertà sessuale", come da titolo della lettera aperta pubblicata da Le Monde di cui era firmataria insieme a un centinaio di compagne. Oggi, l'attrice francese - raffreddati gli animi - torna sulla questione per spiegarsi meglio, e per scusarsi.

Non tanto nel merito, quanto per aver involontariamente offeso le "vittime di atti odiosi che si sono sentite aggredite", come scrive stavolta sul sito di Liberation. Aveva parlato di puritanesimo e di caccia alle streghe guadagnandosi l'accusa di non essere femminista, e questo deve aver fatto scattare qualcosa. Non a caso, nella nuova lettera, ricorda di esser stata tra le firmatarie del 'Manifesto delle 343' del 1971, nel quale dichiarava di aver avuto un aborto rischiando la prigione. E ribadisce il proprio pensiero.

"Mai nel testo si afferma che nelle molestie ci sia del buono, altrimenti non l'avrei firmato", specifica tornando sull'appello di Le Monde. E continua: "Non mi piace questo effetto-branco, oggi troppo comune, e per questo avevo delle riserve fin da ottobre sull'hashtag #BalanceTonPorc (come si è diffuso il #metoo in francese ndr)… Mi sembra assolutamente necessario sottolineare il mio disaccordo con il modo". Quello già descritto, secondo il quale "le semplice accuse sono sufficienti a ottenere punizioni, dimissioni e spesso un linciaggio mediatico".

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"Lo stupro è un crimine, ma tentare di sedurre qualcuno, anche ostinatamente o in maniera maldestra, non lo è, come la galanteria non è un'aggressione machista", aveva detto, ricevendo la solidarietà di altre donne, e in Italia di Claudia Gerini ( "Senza le avances finisce il mondo"). Stavolta, dopo aver ribadito la sua distanza da quante si fossero "concesse individualmente il diritto di allargarsi sui media snaturando lo spirito stesso del testo" e da "conservatori, razzisti e tradizionalisti di ogni tipo che avessero trovato strategico sostenermi" ("non sono stupida: non avranno mai la mia gratitudine né la mia amicizia. Sono una donna libera e rimarrò tale"), chiude le polemiche salutando "in modo fraterno tutte le vittime di atti odiosi che hanno potuto sentirsi aggredite da questa tribuna pubblicata su Le monde, è a loro e soltanto a loro che faccio le mie scuse".