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Al Festival dei Popoli il documentario sull'Isis "The Black Flag"

Domani la prima italiana del doc di guerra sulla resistenza contro l'avanzata di Daesh a 60 chilometri da Baghdad

Majed Nesi The Black Flag

Majed Nesi The Black Flag

01.12.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta) - da Firenze
Può non piacerci, possiamo evitare di guardare nel profondo delle contraddizioni che caratterizzano il difficile momento geopolitico, ma ci sarà sempre qualcuno che per ogni sguardo censurato, spingerà invece il proprio lavoro di racconto della realtà ancora un po' più a fondo.

E' quello che succede nella giornata di mercoledì 2 dicembre al Festival dei Popoli, dove sarà presentato - in anteprima italiana - il documentario The Black Flag del regista Majed Neisi. Neisi, nato nel 1981 in Iran proprio durante il conflitto tra il paese mediorientale e l'Iraq, segue l'attività della milizia volontaria del comandante Seyyed Ahmad, impegnato a Jorf al-Sakhar, a 60 km a sud della capitale irachena di Baghdad, contro l'avanzata dell'Isis. Un esercito filmato da vicino dal documentarista di guerra iraniano, che è un viaggio a fianco del gruppo: un modo per riprenderne da vicino l'azione di combattimento senza però farne un ritratto per forza retorico. 


“Il mio obiettivo non era quello di mostrare il coraggio di questi uomini” – racconta il regista – “e nemmeno i combattenti volevano necessariamente essere filmati per poter apparire come eroi. Piuttosto, intendevo documentare ciò che sta veramente accadendo sul campo in Iraq oggi, mentre parliamo, chi è che sta combattendo e perché. Volevo mostrare una storia umana, non solo il combattimento. Questi uomini sono volontari sciiti che mettono a rischio la propria vita ogni giorno per le loro case e le loro famiglie. Volevo registrarli mentre lo facevano. Volevo rendere noti loro e le loro reali aspirazioni al pubblico di tutto il mondo”.
 
Prima di The Black Flag, la serata sarà anticipata dal cortometraggio The Sniper of Kobani di Reber Dosky: un ritratto del combattente curdo Haron, cecchino di professione, sullo sfondo delle rovine della città siriana di Kobane.
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