La leggenda del cacciatore di vampiri

La leggenda del cacciatore di vampiri

Lincoln apprende in giovane età che sua madre è stata uccisa da un predatore soprannaturale. Questo provoca la sua curiosa ma non documentata sanguinosa vendetta, che dura per tutta la sua vita, contro i vampiri e gli alleati proprietari di schiavi.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Abraham Lincoln: Vampire Hunter
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
20th Century Fox
DURATA
105 min.
USCITA CINEMA
20/07/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

Pro: Abe Lincoln bizzarro e spassoso

di Pierpaolo Festa



Spegnete il cervello e spassatevela per un'ora e quaranta. Bisognerebbe
scrivere questo in fondo al biglietto di ingresso o sulla copertina del
DVD de La leggenda del cacciatore di vampiri, piacevole dark action a sfondo storico.



Hollywood e Tim Burton (produttore) continuano a puntare su Seth Grahame-Smith, giÀ sceneggiatore del divertente Dark Shadows e autore del best seller Orgoglio e pregiudizio e zombie (che prossimamente diventerÀ un film). Se la premessa del film È sicuramente vincente – e qui aiuta il titolo originale Abraham Lincoln: Vampire Hunter a dare un'aura bizzarra trash tanto cara all'immaginario di Burton – l'esecuzione narrativa lascia un po' a desiderare.



Poco importa, perchÉ la pellicola spinge sull'intrattenimento con Timur Bekmambetov dietro la macchina da presa, pronto a sporcarsi le mani quando c'È da
mettere in scena violenza e sangue – che seppur digitale sprizza a
litri. Nella sua overdose visiva di rallenti e acrobazie in CGI, il
regista cerca davvero di trovare delle coreografie inedite nel genere
action (a un certo punto un vampiro scaglia un cavallo addosso al
protagonista).



Il film parte al galoppo con delle scorciatoie narrative da script-madness. Bekmambetov non perde tempo,
non vede l'ora di mostrarci la trasformazione del ragazzo in eroe senza
paura e la sua lotta contro i vampiri. La seconda parte – con
l'ingresso del protagonista in politica e la frase "FinchÉ non saremo
tutti liberi, saremo tutti schiavi" ripetuta all'infinito - soffre un
po' di una classica tirata di freno a mano: d'un tratto ecco che il film
si prende troppo sul serio, costretto a confrontarsi con l'ereditÀ di
un'icona del calibro di Lincoln. Avvicinandosi pericolosamente a quel
genere di divertissement giÀ esplorato da Stephen Sommers negli insopportabili La mummia e Van Helsing, Bekmambetov e Tim Burton realizzano un prodotto superficiale ma divertente.
Punto extra alla rappresentazione dei vampiri, tornati ad essere sudici
e mostruosi, invece che pallidi e malinconici. Ovviamente 3D inutile.



Contro: Un film noioso, mal diretto e grondante brutta CGI

di Marco Triolo




Diciamoci la veritÀ: una premessa cosÌ selvaggia come quella de La leggenda del cacciatore di vampiri si muove in equilibrio tra la terra incantata del guilty pleasure e il baratro del tamarrismo piÙ idiota.
Fedelmente al titolo originale, Abraham Lincoln: Vampire Hunter
racconta la storia “segreta” del futuro presidente USA Lincoln,
impegnato in una guerra contro i vampiri. Combattuta rigorosamente a
colpi di ascia, tra schivate alla Matrix e ralenti – ma senza mai
perdere il cilindro dalla testa.



Un concept divertente che perÒ non basta a salvare un film noioso, troppo serio quando deve essere ironico e troppo bizzarro per essere preso seriamente. Timur Bekmambetov, regista di Wanted,
non fa nulla per destare l'interesse dello spettatore tra una scena
d'azione e l'altra, adagiandosi su un testo legnoso e girandolo senza il
minimo guizzo. Gli attori sembrano spaesati e poco convinti di quello
che fanno, eppure Bekmambetov aveva a disposizione professionisti come Benjamin Walker (piccolo trivia: Liam Neeson doveva essere il Lincoln di Spielberg.
Walker gli assomiglia e guarda caso ha interpretato un giovane Neeson in Kinsey), Dominic Cooper, Anthony Mackie, Rufus Sewell e Mary Elizabeth Winstead. Ma l'ascesa politica di Lincoln È raccontata in maniera stanca e prevedibile, gli intrighi politici fanno ridere e tutto quanto, costumi e set, puzza di ricostruzione lontano un chilometro.



Ma la vera bestia nera del film si chiama Computer Graphic:
quando Lincoln affronta i suoi avversari nelle sequenze (teoricamente)
piÙ spettacolari, Bekmambetov abbandona totalmente gli stunt e si affida
a personaggi in pixel che fanno cose che voi umani non avreste mai
nemmeno immaginato. E per forza: sono scene assurde, esagerate e
interminabili, imbevute in un'estetica fuori tempo massimo, in un
momento storico in cui gli stunt vecchia scuola stanno tornando in auge.
La regia È dilettantesca, scimmiotta il giÀ citato Matrix (ancora?) e
inserisce interminabili ralenti che neanche Zack Snyder al suo peggio.



Timur Bekmambetov È un nome da aggiungere a quella lista di autori – Len
Wiseman, Brett Ratner, Paul W.S. Anderson – a cui non affidare piÙ
nemmeno uno spot della Coca Cola.