X-Men: Giorni di un futuro passato

X-Men: Giorni di un futuro passato

Il Professor Xavier e Magneto mandano Wolverine indietro nel tempo per impedire un evento storico che causerà una catastrofe per i mutanti e gli umani. La migliore squadra degli X-Men mai assemblata combatte una guerra per la sopravvivenza della loro specie nel corso di due epoche. Gli amati personaggi dalla trilogia cinematografica originale di X-Men uniscono le forze con loro stessi quando erano giovani, come li abbiamo visti in X-Men - L'inizio, in una battaglia epica che deve modificare il passato per salvare il nostro futuro.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
X-Men: Days of Future Past
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
20th Century Fox
DURATA
131 min.
USCITA CINEMA
22/05/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Mattia Pasquini

In un momento cruciale della storia di uno dei franchise Marvel piu' popolosi e longevi - piu' di The Avengers (a meno di non considerare tutti i singoli film sugli eroi che li compongono appartenenti a un unico filone) o di Spider-man (personaggio affrontato ben tre volte e portato avanti secondo caratterizzazioni diverse) - non e' casuale che questo X-Men - Giorni di un futuro passato sia stato di nuovo affidato a Bryan Singer, demiurgo e padre-padrone della saga avendo diretto i primi due episodi nel 2000 e 2003.

Alle soglie, quindi, della conclusione di una doppia trilogia (quella dedicata a Wolverine e quella inaugurata da 'First Class' che ora vediamo continuare), riecco il regista che meglio di ogni altro poteva rassicurare i fan su una materia tanto spinosa come quella dei paradossi temporali, sulla trasposizione cinematografica di una delle storie piu' complesse della testata e su un capitolo che poteva nascondere piu' di una insidia (e non solo per l'apparizione delle temute e letali 'Sentinelle').

E in effetti, di rischi se ne sono presi alla Fox, con quello che pare esser stato il secondo film piu' costoso mai prodotto dopo l'Avatar del 2009. Un film sicuramente non perfetto, ma che puo' considerarsi un successo, prima ancora del responso del botteghino, dove l'incognita e' soprattutto nella comprensione da parte del pubblico di un universo tanto articolato. Non tutti infatti avranno chiara in mente la cronologia e i personaggi della saga e, per quanto 'spiegoni' iniziali e finali rendano fruibile e godibilissimo lo spettacolo, siam certi che in molti conserveranno punti interrogativi durante e dopo la visione.

La messa in scena non aiuta molto, certo, con regia e sviluppo messi completamente e strategicamente al servizio dei personaggi e singoli momenti, che Singer non deve aver faticato poco a unire in un continuum omogeneo. Ma sullo schermo lo spettacolo non ha pause. E ripaga, forte di un 3D a tratti davvero notevole, a dimostrazione che l'equilibrio non e' impossibile da raggiungere anche con premesse cosi ardue. Non solo una carrellata di personaggi visti nei precedenti quattro film (e la riproposizione della scena vista dopo i credits di The Amazing Spider-man 2), ma anche dei temi classici gia' affrontati. Ovviamente la discriminazione e il pregiudizio la fanno da padroni, mentre l'ottimistica convinzione che il futuro sia ancora da scrivere e' quasi un 'dovuto' al genere… Per il resto la preoccupazione principale e' quella di riuscire a rendere coerenti e non smaccate le entrate in scena di tutti, da Colosso nell'incipit moscovita ai tanti redivivi dell'epilogo, ma soprattutto Quicksilver (e 'diciamo' Scarlett…).

Al velocissimo Pietro sono affidate una delle scene piu' belle dell'intero film e una delle battute piu' maliziose (riguardo alle relazioni della propria madre), tanto riuscite che quasi spiace non poterlo rivedere in Avengers: The Age of Ultron, dove sara' sostituito da Aaron Taylor-Johnson. Questioni di distribuzione, si sa, tra Universal e Fox, che per quanto esulino dal discorso stanno sicuramente a cuore agli interessati, che di nuovo - una maledizione dei 'Team Up', che gli X-movies sembrano gestire meglio di altri - dimostrano di puntare a divertire il pubblico con battute salaci, camei e easter eggs…

Il tocco Vintage dato dal risveglio di Wolverine nel 1973 e' ilare, soprattutto se accoppiato alla citazione del Vietnam e dell'Omicidio Kennedy (sul quale viene gettata una luce inedita), come anche la citazione del precedente incontro tra Magneto, Xavier e Logan. E, tutto sommato, non fanno rimpiangere il prezzo del biglietto. In fondo e' un film di supereroi, e non tutti riescono a trattare - davvero - le moderne crisi di personaggi per anni mostrati come granitici e bidimensionali.

Spicca, tra tutti, lo Xavier di McAvoy, genio in crisi, pronto a essere guidato e a risvegliarsi al momento giusto (parentesi narrativa su droghe e poteri, espiazione e autocoscienza, a parte)… Per un finale che cambia tutto, forse troppo, e che in un continuo rimando di passato e futuro ci anticipa il prossimo 'testa-coda': quello di X-Men: Apocalypse, atteso per il 27 maggio 2016 nel quale vedremo proseguire le 'nuove' avventure dei nostri cari in un contesto 'originario'...