Una vita spericolata

Una vita spericolata

Rossi (Lorenzo Richelmy) ha meno di trent’anni e un’officina che va a rotoli. Non ha fidanzate, ma ha un migliore amico, BB (Eugenio Franceschini), ex campione di rally. Sommerso dai debiti, Rossi va in banca per implorare un prestito, ma lì  succede di tutto. Irritato dalle urla di una ragazza (Matilda De Angelis) Rossi perde la testa e in un attimo la sua richiesta si trasforma in una rapina  del tutto casuale, con tanto di ostaggio e borsone pieno di soldi. Peccato che i soldi non siano della banca, ma di un gruppo di brutti ceffi… Non resta che recuperare BB e fuggire con la ragazza! Tra inseguimenti, spargimenti di sangue e soldi, amori,  rese dei conti da “spaghetti western” e fughe rocambolesche, questi piccoli Lebowski  vedranno andare in fumo tutti i loro piani. O forse no...

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Una vita spericolata
GENERE
NAZIONE
Italia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
01 distribuzione
DURATA
102 min.
USCITA CINEMA
21/06/2018
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2018
di Mattia Pasquini

Marco Ponti ci tiene molto a sottolineare i legami di questo film con quello suo di maggior successo, Santa Maradona, per il quale tutto sommato gode ancora di un meritato credito da parte di molti spettatori, che l'avevano l'amato. E a citare lo stesso Vasco Rossi, incontrato è conosciuto in passato, e dal quale deriva il titolo di questa sua nuova prova, Una vita spericolata. Quella cui anelano probabilmente i due protagonisti, non più Stefano Accorsi e Libero De Rienzo (qui in un cameo), ma Lorenzo Richelmy ed Eugenio Franceschini.

Sono loro gli interpreti principali dell'inseguimento con la polizia che fa sostanzialmente di questa commedia un Road Movie piuttosto surreale, divertito e autoironico, però anche confuso e a tratti ben più che sopra le righe che esagera spesso nel chiedere al suo pubblico di sospendere l'incredulità. Tutto sommato un film che non sembra aver saputo far seguire a una grande motivazione di partenza una scrittura e una regia (soprattutto degli attori) sufficienti e una realizzazione parimenti fruttuosa.

Si parla di fattore umano, di "squadra perfetta"… quella composta dai due suddetti con la Matilda De Angelis post Youtopia - una delle maggiori promesse del nostro cinema attualmente, dopo anche l'inclusione tra le Shooting Star dell'ultima Berlinale - che però può far poco più che ingentilire il quadro generale e aiutare il film a tenere desta l'attenzione dello spettatore. Una sorta di 'volevamo essere i Blues Brothers' attraverso l'Italia nel quale non mancano nemmeno gli sconclusionati poliziotti alle calcagna dei criminali per caso e buoni per indole.

Tutto questo basta sicuramente a bendisporci nei confronti dell'operazione e dei suoi protagonisti, ma non a premiare il risultato finale. A conti fatti una storia che vive di eccessi, per quanto cercati e voluti, mal gestiti e mal inseriti in un contesto che risulta a tratti persino noioso o fastidioso, purtroppo e nonostante le interpretazioni di caratteristi che si fatica a definire tali come Michela Cescon, Massimiliano Gallo e Gigio Alberti. Una storia alla quale, come direbbe il 'Blasco', forse "un senso non ce l'ha".