Tracks - Attraverso il deserto

Tracks - Attraverso il deserto

La straordinaria storia vera di Robyn Davidson, una giovane donna che lascia la comoda vita di città per affrontare un viaggio in solitaria attraverso oltre duemila chilometri di deserto australiano. Accompagnata solo dal suo cane Diggity e da quattro recalcitranti cammelli, Robyn parte alla scoperta di se stessa. Lungo la strada, incontra il fotografo del National Geographic Rick Smolan, che documenterà il suo epico viaggio.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Tracks
GENERE
NAZIONE
Australia
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Bim
DURATA
112 min.
USCITA CINEMA
30/04/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Marco Triolo

Il sole del deserto, la terra arida e sabbiosa e nel mezzo Mia Wasikowska. Tracks, il nuovo film di John Curran (Il velo dipinto) presentato in concorso alla Mostra di Venezia, mette a nudo la sua protagonista spiritualmente e in parte fisicamente, scottandola non solo con i raggi ultravioletti di un clima impietoso, ma anche con le dure realtÀ della vita. L’attrice interpreta Robyn Davidson, una donna che negli anni Settanta decise di lasciarsi alle spalle la comoda vita di cittÀ e di percorrere tremila chilometri attraverso l’outback australiano per raggiungere l’oceano. Il tutto in compagnia del suo cane e di tre fidati cammelli da lei addestrati.

Tracks È un’odissea umana in solitaria, un viaggio che, come accade spesso nei film on the road, È prima di tutto spirituale, alla scoperta di se stessi e alla ricerca di una crescita che la vita quotidiana non sarebbe altrimenti in grado di dare. Curran gira con mano sicura, senza mai scadere eccessivamente nei clichÉ dei biopic, senza calcare la mano sul dramma e attenendosi scrupolosamente al reale. Al centro dell’inquadratura, persa sotto quel cielo terso e micidiale, la Wasikowska dimostra ancora una volta di essere tra le migliori rising star del cinema mondiale e dona alla sua Robyn un piglio gentile ma allo stesso tempo indomito, un carisma inaspettato, quieto, ma inarrestabile e contagioso.

Il film È ispirato all’omonima autobiografia della Davidson, nata a sua volta da un articolo da lei scritto per il National Geographic, che le finanziÒ il viaggio affiancandole a tratti il fotografo Rick Smolan (Adam Driver), con cui nel film instaura un curioso rapporto di amore/odio. Curran si serve di brevi flashback, inizialmente criptici e poi via via piÙ esplicativi, per tentare non tanto di spiegare, quanto di contestualizzare la presa di coscienza e l’accenno di misantropia della protagonista.

Il limite dell’operazione sta un po’ nel fatto che Curran gioca sul sicuro, mettendo in scena un film piacevole che perÒ prende una strada abbastanza consolatoria. Eppure non È possibile rimanere indifferenti a un racconto che dimostra ancora una volta come l’Uomo (o i questo caso la Donna) sia in grado di compiere qualunque impresa si ponga e di superare ogni ostacolo della vita.