Rush

Rush

Durante gli anni settanta, nella cosiddetta epoca d'oro della Formula 1, esplode la grande rivalitÀ sportiva tra i piloti piÙ forti del momento, James Hunt e Niki Lauda. I due, che si danno battaglia fin dai tempi della Formula 3, non potrebbero essere piÙ diversi: l'inglese È un ragazzo estroverso ed affascinante, sempre a caccia di divertimento e belle donne; l'austriaco È invece un tipo introverso e riservato, dedito in maniera scrupolosa alla sua professione. La loro rivalitÀ raggiunge il culmine nella stagione 1976, quando tra mille rischi e pericoli, Hunt tenta di strappare con la McLaren la corona di campione del mondo a Lauda, a sua volta alla ricerca del bis iridato con la Ferrari. Neanche il catastrofico incidente avvenuto al Nürburgring Nordschleife durante il Gran Premio di Germania, in cui Niki rischia di perdere la vita, riesce a fermare questa accesa sfida, che ha il suo epilogo nell'ultima prova del campionato, il Gran Premio del Giappone a Fuji, sotto una pioggia battente.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Rush
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
01 distribuzione
DURATA
123 min.
USCITA CINEMA
19/09/2013
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2013
di Mattia Pasquini

Lo ammettiamo, non eravamo usciti completamente soddisfatti da molti degli ultimi film di Ron Howard; Il dilemma, la doppietta dai libri di Dan Brown, parti comunque coerenti in una carriera ricca che ha perÒ affiancato Il grinch a Frost/Nixon

Proprio ripensando a quello splendido film del 2008 viene il sospetto che Howard (insieme allo sceneggiatore di quello e di questo, Peter Morgan) abbia un particolare interesse - o tocco - quando si tratta di confronti diretti, di sfide a due tra uomini di un certo spessore, o peso storico.


CiÒ detto col senno di poi, ovviamente, e dopo la visione - entusiasmante - di Rush, un film meraviglioso per il quale ci sentiamo di spendere superlativi e aggettivi azzardati senza molti timori di smentita. Certo, l'avere vissuto quegli anni in diretta (quindi l'esser nati almeno nel 1970) comporta un possibile rischio di poca obiettivitÀ, ma al di lÀ dell'aspetto emotivo-nostalgico e osservando anche solo quello tecnico di Rush, si rivela un requisito non indispensabile per godere dell'esperienza. Sin dalla prima scena, giÀ esplicita nel definire il mood della vicenda: un campo lungo, sulla pista, bagnata, e prima ancora su un cielo plumbeo ma dai tanti riflessi.

L'anticipazione degli eventi di Nürburgring, quello che sarÀ il momento chiave della storia sportiva di Niki Lauda e James Hunt, della loro epica, forse, ancora di piÙ (visto che Lauda poi vinse altri due mondiali). Ma solo a livello di cronaca. La chiave di un rapporto cosi complesso non si racchiude in un solo episodio, e per fortuna. PerchÉ nell'alternare il centro dell'attenzione su uno o l'altro dei protagonisti sta la magia di Rush.

La ricostruzione della vera storia, a partire (con un immediato balzo all'indietro) dalle prime apparizioni su pista dei due contendenti, sei anni prima, ci permette di scoprirli, di vedersi formare e crescere i due personaggi, le dinamiche tra di loro, la tensione, l'invidia, la rivalitÀ, l'emulazione, la rabbia e il rispetto.
Evitando inutili spettacolarizzazioni e affidandosi a riprese 'breathtaking' di per sÉ, l'attenzione passa tutta sull'elemento umano. Anche per il confronto di filosofie tra il calcolatore e professionale Lauda e il viveur e edonista Hunt, ognuno vincitore e capace di raggiungere i propri personali obiettivi (il successo per uno, il piacere di vivere per l'altro) e di scatenare l'invidia - anche positiva, in definitiva, visto il legame unico e amicale che viene mostrato nel suo farsi - dell'altro.

Howard È grande nel costruire questo affresco, sempre equilibrato e in grado di spiazzare lo spettatore. I due si spingono e tirano l'azione, anche qui alternandosi, persino uscendo di scena, soprattutto nei momenti piÙ commoventi. Non (ed È un altro merito) quelli piÙ prevedibili - come l'incidente (ricostruito per non utilizzare le vere immagini, complimenti) o l'ospedale (su cui si glissa, con una resa drammatica e lirica insieme) - ma quelli presi direttamente dal legame suddetto; e ci si ritrova sconcertati nel commuoversi dinanzi a un pestaggio...


Una ennesima prova di forza per un film dalle emozioni forti, davanti alle quali, anche se non sempre espresse in maniera esplicita, sembra impossibile non empatizzare, a volte schierandosi, a volte cercando di comprendere. Ma anche un film (costato 'solo' 38 milioni di dollari) dalla scansione precisa, molto classico per certi versi, nella costruzione dei suoi personaggi e degli intrecci, regolari e dalle aggiunte equilibrate e contenute. Un film che si affida alla cura dei dettagli, la scelta delle inquadrature, il montaggio, la fotografia e l'illuminazione per valorizzare script e regia, che gettano una luce unica sulla miglior interpretazione di sempre del Thor cinematografico e di Daniel Brühl.