Pixels

Pixels

Una razza aliena scambia le immagini dei vecchi videogames per una dichiarazione di guerra e attacca la terra usando i giochi stessi come modelli per i loro assalti. Il Presidente degli Stati Uniti chiama allora il suo amico d’infanzia Sam Brenner, un campione di videogames negli anni ’80, per difendere la terra. Il destino del nostro pianeta è nelle mani di un improbabile team di nostalgici giocatori.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Pixels
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
105 min.
USCITA CINEMA
29/07/2015
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2015
di Alessia Laudati
 
Nella carriera di Chris Columbus, il regista di Pixels (ma già figura coinvolta in diversi ruoli professionali in alcuni dei film di maggior successo con al centro il mondo dell’infanzia, da I Goonies alla saga di Harry Potter), la vita segreta degli adolescenti è un interessante punto di esaltazione di dinamiche giocose, alternative e libertine, che non trovano invece spazio nell’emisfero rigido dell’adultocrazia. E’ questo il ritmo di evasione dettato da questo tipo di storie, che sullo schermo si legittimano doppiamente, da un lato per il mezzo, e dall’altro perché appunto ci si ritrova in un universo, quello fanciullesco, dove molto è concesso alla fantasia e alla rottura degli schemi.
 
Invece, in Pixels, non ci sono bambini che possono fare cose magiche, insensate, provocatorie, in virtù della loro età, ma adulti rimasti in qualche modo infanti, la cui diversità, rispetto al mondo inquadrato e rigido degli adulti, sarà esattamente il fattore che permetterà alla terra di essere salvata, relegando il modello white collar e yuppie a un ruolo di assoluta marginalità. Sì perché i protagonisti di Pixels sono un assurdo quartetto di nerd composto da Sam Brenner (Adam Sandler), Will Cooper (Kevin James), Ludlow Lamonsoff (Josh Gad), ed Eddie “The Fire Blaster” Plant (Peter Dinklage), tutti campioni di videogiochi negli anni ’80, che saranno qui chiamati a salvare il mondo dall’invasione aliena. 
 
E' questa un po’ l’idea strampalata ma credibile che sta dietro alla trama di Pixels, dove però all’effetto comico già scaturito dai vezzi esistenziali di un gruppo di diversamente adattati alla vita, si aggiunge un elemento in più. Si tratta del tono retrò e nostalgico che deriva dalla presenza di tutta una serie di riferimenti collegati ai videogiochi di successo degli anni ’80 e alla cultura pop di quell’assurdo e ormai distante periodo così centrale per la storia della modernità. Da Pacman a Donkey Kong, passando per Madonna, dando anche spazio all’incarnazione fisica del mito del retrogaming, con la presenza della guest star Tohru Iwatani, creatore di Pacman, tali elementi evocativi creano una spirale di nostalgia capace di rafforzare l’elemento emotivo del film, anche attraverso nuove sfide visive.
 
Sono proprio queste caratteristiche che, mescolate tutte insieme, raccontano una storia di rivincita della diversità, sociale, intellettuale, fisica, in modo decisamente originale e spassoso, in un tono da commedia per tutti.