One on One

One on One

Una studentessa viene rapita, violentata e uccisa brutalmente da un gruppo di aggressori che, poco dopo, vengono a loro volta rapiti e torturati fino a confessare il delitto da una squadra delle forze speciali. In realtÀ, dietro ai giustizieri si cela la cosiddetta setta delle Ombre...

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Il-dae-il
GENERE
NAZIONE
South Korea
REGIA
CAST
DURATA
122 min.
USCITA CINEMA
28/08/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
Per il terzo anno di fila, Kim Ki-duk approda a Venezia con un film. Sin da quando la sua carriera è ripartita con Pietà, vincitore del Leone d’Oro nel 2012, Kim ha scelto forme narrative più lineari senza per questo perdere gli elementi più estremi della sua filmografia. La sua ultima opera, One on One, presentata alle Giornate degli Autori di Venezia 71, non è da meno in questo.

La storia è quella di un gruppo di vigilantes che prendono a cuore il caso di una studentessa violentata e uccisa da alcuni criminali. I colpevoli vengono braccati, torturati e costretti al pentimento e via via il gruppo si fa strada fino a chi ha dato l’ordine.

Kim Ki-duk tenta, con questo film, una personale riflessione sullo stato della società della Corea del Sud, intrisa di violenza e ingiustizia sociale. C’è lo spettro della crisi, sulla mancanza di posti di lavoro e sulla diseguale distribuzione delle ricchezze. Ma tutto rimane tremendamente in superficie, sputato da dialoghi didascalici a cui è difficile credere, in quanto troppo programmati per risultare sentiti. Non giova una struttura ripetitiva, in cui vengono mostrati i vigilante rapire diversi personaggi per poi farli confessare a forza, in un loop continuo che dopo un po’ diventa noioso e sterile.

Il messaggio su come la violenza pervada le nostre esistenze al punto da renderci insensibili a essa, e la riflessione su come le persone che vorrebbero combatterla siano altrettanto violente e feroci, stenta a passare, persa in un dedalo di volti, storie intrecciate, sequenze più o meno futili. Sembra quasi che Kim abbia tentato di realizzare un film di genere, a modo suo, ma è evidente che non si tratta di pane per i suoi denti.

di Marco Triolo