Maps to the Stars

Maps to the Stars

Agatha, rampolla della ricca famiglia Weiss, torna a casa dopo un periodo trascorso in una clinica, per trattare la sua piromania. A casa ritrova un clima non certo invidiabile: suo padre Stafford, un analista che ha fatto fortuna con una serie di manuali di auto-aiuto, la vorrebbe fuori di lì. Suo fratello Benjie è una teen star appena uscita dal rehab. Sua madre Cristina pensa solo a fare gli interessi di quest'ultimo. E poi c'è la cliente di suo padre Havana, un'attrice che sogna di recitare in un remake del film che rese sua madre una star negli anni Sessanta...

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Maps to the Stars
GENERE
NAZIONE
Canada
REGIA
CAST
DURATA
111 min.
USCITA CINEMA
21/05/2014
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2014
di Pierpaolo Festa

La città degli angeli. Caduti. L'apocalisse comincia proprio da Hollywood Blvd nel nuovo film di David Cronenberg. Sfilacciato ma potente, enigmatico ma ipnotico, disgustoso e affascinante.
La Los Angeles di Cronenberg non ha la magia onirica del genio di David Lynch, eppure quest'ultimo lavoro del regista canadese potrebbe essere una perfetta “companion piece” di Mulholland Drive. Meno spazio per la ricerca della verità nel mondo dei sogni, più tempo dedicato all'horror spietato del reale. Via i personaggi affascinanti, dentro invece protagonisti disgustosi. Nelle mani di Cronenbeg L.A. diventa Hell A: un inferno sulla terra, vero protagonista del film più arrabbiato del regista da molti anni a questa parte.

Girato quasi in maniera rozza con tanto di scene e inquadrature tagliate con l'accetta, Maps to the Stars mette a fuoco personaggi che dal primo all'ultimo minuto non mostrano nemmeno un briciolo di umanità. Cronenberg a poco a poco ne scatena totalmente la componente mostruosa, ottenendo allo stesso tempo la totale attenzione di chi sta a guardare: allo spettatore travolto dall'orrore dei protagonisti non rimane che affidarsi solo al personaggio di Mia Wasikowska, paranoica, bipolare, schizofrenica ma comunque la più normale in scena. Nell'esplorare dinamiche familiari malsane all'interno dello star-system, dove un tour promozionale conta più della salute di un figlio e dove si comincia a entrare in rehab già da tredici anni, Cronenberg racconta la fine di ogni traccia di onestà e umanità, avanzando l'ipotesi che soltanto la disfatta sia l'unica soluzione per estirpare il veleno che dalla città degli angeli passa al grande schermo contagiando l'intero pianeta.
 
Il mondo catturato dal regista è lo stesso di Cosmopolis, molto più affascinante e meno glaciale, quasi tutto raccontato alla luce di un sole tra i più cupi visti sul grande schermo. In questo momento della sua carriera, il regista canadese è interessato ad esplorare l'apocalisse. All'indomani dei due film che più di tutti hanno incontrato il grande pubblico negli ultimi vent'anni (il capolavoro A History of Violence e l'ottimo La promessa dell'assassino) il cinema cronenberghiano torna a una fase di rabbia al passo con i nostri tempi.

Questo suo Maps to the Stars è arrabbiato e disgustoso, ma soprattutto memorabile. Ci si ricorderà della performance di Julianne Moore – in uno dei ruoli della carriera – e ancora una volta di un'inquadratura finale notevole ed efficace come in tutti i film del regista.