L'isola dei cani

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Isle of Dogs racconta la storia di Atari Kobayashi, dodicenne sotto la tutela del corrotto sindaco Kobayahi. Nel momento in cui un decreto ufficiale obbliga tutti i cani di Megasaki City a essere esiliati su un'isola al largo chiamata Trash Island, Atari sale a bordo di un piccolo aereo e lo pilota attraverso il fiume alla ricerca del suo cane, Spots. Arrivato a destinazione, sarà aiutato da un branco di cani, suoi unici amici mentre affronta questo viaggio epico che deciderà il destino dell'intera metropoli. 

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Isle of Dogs
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
20th Century Fox
DURATA
101 min.
USCITA CINEMA
01/05/2018
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2018
di Alessia Laudati

Il sarcasmo iconico di Wes Anderson, con i suoi personaggi sempre equidistanti dai drammi che vivono e dalle emozioni che li attraversano, una caratteristica che lo ha di fatto eletto regista re del cinema radical chic, - cosa c’è in effetti di più intellettualmente elevato di qualcuno che non si fa mai coinvolgere troppo dalla vita - trova la sua forma di espressione più riuscita nel suo ultimo film di animazione in stop motion.

Sarà per la plasticità con cui la tecnica di ripresa particolare consente al regista texano di creare un mondo che finalmente si piega al suo stile in maniera completa e non viceversa, sarà che la storia di un gruppo di cani oppressi e bersagliati da un regime totalitario in Giappone ci parla del rapporto molto attuale tra paura e giustificazione della violenza, sarà per la crudezza che l’animazione concede maggiormente rispetto al lavoro sui personaggi in carne ossa, ma comunque L’isola dei cani è un film delizioso, ironico, e ben bilanciato tra bastone e carota. Ossia è un lavoro dove i temi più violenti e distopici, la storia è ambientata nel 2037, vengono sia attutiti dalla scelta del formato di animazione, sia dal fatto che essi vengano incarnati da personaggi non umani e che la violenza di certi argomenti - la repressione delle minoranze, la lotta per la sopravvivenza - passino in secondo piano in una pellicola dove l’avventura alla fine domina la dimensione più filosofica.

Ulteriore punto a suo favore è inoltre la capacità di usare l’estetica orientale che richiama il mondo degli anime e lo spirito di una terra con una sua cultura molto iconica per amalgamarla in numerose scene con la passione per i piani orizzontali e stratificati tipici del regista americano. Alla fine in una missione del genere, la seconda in stop motion dopo Fantastic Mr. Fox ma più ardita, visto che si spinge a omaggiare senza scimmiottare un universo ben preciso, Anderson porta con sé le voci dei suoi attori più amati: Bill MurrayEdward NortonJeff GoldblumFrances McDormand e così si sente tranquillo che anche nell’Est del mondo qualcuno saprà ricordargli il suo passato e il suo stile senza per questo dover perdere per forza la bussola dell’originalità. Ma non c’è rischio alcuno in questo caso.

Pur viaggiando verso il Sol Levante e allontanandosi da casa Anderson non fa altro che riscoprire il suo stile in una nuova veste se possibile ancora più forte e precisa. Lo snobismo dei suoi personaggi si fa senso dell’humor grottesco e tutto ciò che vediamo animarsi davanti agli occhi ha una carica visiva senza precedenti. Immaginiamo solo in minima parte quanto un ‘fissato’ della scenografia e dei costumi sia potuto divertire a trovare nuovi modi, ma sempre propri, per raccontare l’Oriente del sushi, il Giappone fantasy di Kurosawa, del teatro kabuki, dei robot, e dei ciliegi in fiore. In questo caso però il divertimento è soprattutto il nostro.