

End of watch - Tolleranza zero

Gli agenti Taylor e Zavala della polizia di Los Angeles sono partner nel lavoro e amici da una vita. Quando, durante una missione, pestano i piedi a un potente cartello della droga, dovranno iniziare una lotta per sopravvivere e mettere al fresco i criminali che li vogliono morti.

David Ayer ci invita a fare un altro giro nella giungla di Los Angeles, mettendo a
punto uno stile più aggressivo rispetto alla visione documentaristica
con cui ci ha già sorpreso in passato. Viene creato un ibrido tra il dramma nero che somiglia tanto al dogma danese (incluso il costante retrogusto di tragedia imminente) e found footage (con riprese pseudo amatoriali) che ha il coraggio di arrivare ai
margini dell'horror. L'oscurità improvvisamente inghiotte i personaggi e
da lì tutto si trasforma nel peggiore degli incubi.
È in quel momento che End of Watch - Tolleranza zero raggiunge l'apice di interesse, come se facesse un salto di qualità
scegliendo di allontanarsi bruscamente dalla sua estetica di “sparatutto
alla Doom” e portare tutto all'estremo. In questo modo ci viene
raccontato un lato abbastanza inedito dell'LAPD, con protagonisti che non sono poliziotti corrotti ma nemmeno G-Men tutti di un pezzo:
“Non ho scritto io la legge. Posso non essere d'accordo con essa, però
la faccio rispettare – dice Jake Gyllenhaal all'inizio – Dietro il mio
distintivo c'è un cuore come il vostro. Anche io posso sanguinare,
pensare o amare. E posso anche essere ucciso”.
Ayer - che oltre a dirigere l'ottimo Harsh Times e il meno riuscito La notte non aspetta, ha anche scritto Training Day - conferma il suo talento nell'individuazione della coppia di attori perfetta, con il sempre efficace Jake Gyllenhaal e un Michael Pena che è diventato a tutti gli effetti l'icona hollywoodiana dei Latinos
negli States. Come sempre accade nei film del regista, seguiamo l'intera
storia rimanendo in macchina con i protagonisti per la maggior parte
del tempo mentre attraversano l'inferno.
End of Watch potrebbe essere il film di svolta di Ayer, l'esplorazione
definitiva dei demoni nella Città degli Angeli. L'augurio è che il
regista guardi oltre e metta il suo talento a servizio di nuove storie e
altri paesaggi. Potrebbe accadere con Ten, thriller che sta girando in Georgia, interpretato da Arnold Schwarzenegger.
di Pierpaolo Festa