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The Paperboy - La nostra recensione

L'America degli anni Sessanta e una Nicole Kidman in versione fetish al centro di un dramma che sfocia nel thriller torbido senza mai decollare davvero

The Paperboy - Nicole Kidman

26.05.2012 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Festival di Cannes
Vestiti provocanti, sogni erotici, una fellatio virtuale e c’è perfino una golden shower. Nicole Kidman si mette alla prova sulla sottile linea che separa una performance coraggiosa da un ruolo trash.

The Paperboy recensione Nicole Kidman Cannes
A letto con Nicole Kidman: l'incontro con gli attori e il regista al Festival di Cannes

Uno dei motivi per cui “The Paperboy” può suscitare interesse è l’uso insolito di star hollywoodiane in ruoli in cui non ci si aspetta di ritrovarle. Nel raccontare l’America degli anni Sessanta, Lee Daniels (ha diretto "Precious") si affida a personaggi che hanno tutti dei demoni interiori con cui fare i conti. C’è la sexy zitellona interpretata dalla Kidman che è innamorata del potenziale maniaco omicida John Cusack. L’eroe Matthew McConaughey, invece, di giorno fa il reporter che si batte nel nome della giustizia e di notte si dedica a catene e frustini in compagnia di altri uomini. Quando si arriva alla risoluzione dei fatti Daniels perde tutto e tutti per strada.

Il regista cerca di arricchire la storia del romanzo di Pete Dexter con le sue ossessioni torbide e autobiografiche, parlando di sesso, razzismo e politica. Se visivamente azzecca anche un paio di belle sequenze (tutte le fantasie di Zac Efron che sogna la Kidman ad occhi aperti sono le parti migliori del film), narrativamente il film non cattura mai chi sta a guardare. La femme fatale della Kidman, che sprigiona tensione sessuale per tutta la prima parte del film, finisce per esaurire ogni potenziale perfino quando le fantasie vengono abbandonate e si passa ai fatti. Finale distratto e superficiale, nonostante un susseguirsi di colpi di scena. 

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Una clip dal film

Mentre l'attrice tenta di rimettersi in gioco dopo un paio di fiaschi storici (qualcuno ha visto “Trespass”? Noi sì), il talento che non viene sprecato è quello di Zac Efron, che cerca di sperimentare nuovi percorsi cinematografici, lasciandosi alle spalle il “vecchio” Troy Bolton.  

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