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Il gran finale di Harry Potter - La recensione

"Harry Potter e i doni della morte - Parte 2" fa dimenticare gli sbadigli del film precedente: intrattenimento e spettacolo echeggiano l'epica di alcuni dei grandi film di Hollywood

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2 - Daniel Radcliffe

17.07.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
Cosa è successo a David Yates? Alla sua ultima occasione, il regista dei tre episodi più brutti di “Harry Potter” è riuscito a mettere in scena un film ad alto contenuto di spettacolo e con una extra dose di intrattenimento, perché non c'è dubbio che “Harry Potter e i doni della morte – Parte 2” sia il capitolo più bello della saga dai tempi de “Il prigioniero di Azkaban”.

Ralph Fiennes in Harry Potter e i doni della morte - Parte 2

Sullo schermo tutte le storie di ciascun personaggio arrivano a una conclusione, tutto finisce, e (quasi) tutto funziona. Parte del merito è dovuto al fatto che si tratta del gran finale con tanto di fuochi d’artificio, e gli attori si spingono tutti oltre i loro limiti pur di dare un contributo personale alla saga che li ha coinvolti per più di una decade. Naturalmente i personaggi oscuri sono sempre quelli più interessanti, e vedere il Voldemort di Ralph Fiennes marciare tra le rovine di Hogwarts con un sorriso da orecchio a orecchio alla luce del giorno, è una di quelle immagini che non si dimenticano una volta lasciata la sala. E meno male che il regista non fallisce nel centrare la scena epica per antonomasia, il duello di bacchette all’ultimo sangue, praticamente ricalcato sul celebre duello di spade laser di “Guerre stellari. Agitando più del solito il timone di regia, Yates finalmente si sbizzarrisce, cercando continuamente l’epica e attingendo dalle battaglie che Peter Jackson aveva creato ne “Il Signore degli Anelli” e dalle folli corse su binari riprese da Steven Spielberg nel suo “Indiana Jones”.

La pellicola raggiunge, però, il suo apice nei dieci minuti interpretati dal mastodontico Alan Rickman, che finalmente rivela tutti gli strati misteriosi dell’oscuro Severus Piton, forse il personaggio più tragico di tutta l’epopea potteriana. È in quel momento che i fan duri a morire potranno dare via libera alle lacrime, e in quanto al resto degli spettatori, il contagio emotivo sarà inevitabile. Primo film in 3D della saga, “HP 7 – Parte 2” utilizza la nuova tecnologia lievemente, senza mai strafare, un po’ come hanno fatto alla Pixar al fine di dare profondità alle ambientazioni e avvolgere lo spettatore.

I tre protagonisti della saga di Harry Potter

A differenza del precedente, questo ultimo capitolo abbandona il ritmo lento e la noia, passando immediatamente all’azione, con i protagonisti pronti a eseguire una serie di missioni impossibili per trovare gli Horcrux. Come sempre, la regia di Yates inciampa in qualche buca con il procedere della storia: il regista non ha di certo il dono della sintesi e, a volte, viene colto anche dal difetto opposto, come nella sequenza “not my daughter you bitch” che vede mamma Weasley contro Bellatrix Lestrange. Un duello all’ultimo sangue che sembra quasi appiccicato velocemente al rullo finale della pellicola nell’ultimo giorno di montaggio (del resto si sa, le uscite di scena non sono proprio il forte di Yates).

Il gran finale è arrivato, e con otto film "Harry Potter" lascia un'impronta destinata a non scomparire: in un periodo in cui il fantasy è esploso e poi precipitato, surclassato anche da film emo realizzati a basso costo e incentrati su vampiri innamorati, la saga tratta dai romanzi della Rowling è andata avanti, senza mai perdere di vista chi la amata sin dal primo momento. Il sipario cala sul maghetto di Hogwarts, ma il suo cuore, rinvigorito da chi ha preso parte a questa avventura cinematografica (davanti e dietro la macchina da presa, e dall'altra parte dello schermo) non smette di battere. E non è poco.

"Harry Potter e i doni della morte - Parte 2" è distribuito dalla Warner Bros.

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