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Top Ten: I film del decennio

Quali sono stati i film che hanno segnato questo decennio appena trascorso? Noi di Film.it abbiamo cercato di rispondere alla domanda

Top Ten Decennio - I figli degli uomini

31.12.2010 - Autore: Marco Triolo
Finisce il 2010, ed è tempo di bilanci: noi di Film.it ci siamo guardati indietro, a un intero decennio di cinema, scrutandolo come solo con il senno di poi è possibile fare e cercando di estrapolare dieci film che hanno segnato in maniera indelebile quest'ultima decade. E' stata dura ridurre a dieci i film, vista la quantità di opere che ci hanno impressionato, in parte per i gusti personali e in parte perché grandi successi al box office. Il criterio che ha avuto la precedenza, in questa classifica, non è stato tanto la bellezza in sé dell'opera (anche se, come vedrete, non c'è molto spazio per i brutti film), ma piuttosto l'impatto stilistico e culturale che la stessa ha avuto nel panorama cinematografico mondiale. Ci rendiamo anche conto che c'è una discreta maggioranza (sei a quattro) di film prodotti e girati negli Stati Uniti, ma che volete farci: mica pretendiamo di aver stilato la classifica definitiva. Ecco dunque le nostre scelte, in ordine di anno.

Le protagoniste di Mulholland Drive

“Mulholland Drive” (2001)

L'affascinante sogno speculare di David Lynch nacque come pilot di una serie TV, e chissà che cosa ne sarebbe uscito se la ABC avesse dato luce verde al progetto. Forse un nuovo “Twin Peaks”? Non lo sapremo mai, ma è meglio così. Perché saremmo stati privati di uno dei più felici episodi della filmografia del geniale autore, del folgorante esordio di Naomi Watts e Laura Harring e di un'esperienza cinematografica inquietante e bellissima.

Tom Cruise in Minority Report

“Minority Report” (2002)

E' stato definito il “Blade Runner” del 21° Secolo, e sicuramente Steven Spielberg mirava a questo, quando scelse di adattare il racconto di Philip K. DickRapporto di minoranza”. Se replicare un oggetto unico e irripetibile come il film di Ridley Scott – vera opera d'autore nata in seno alla logica degli Studios – si è dimostrato un compito arduo, è innegabile che Spielberg c'abbia visto lungo in tema di tecnologia e dei modi in cui avrebbe pervaso la nostra realtà nel decennio seguente. Ne esce un giallo che è anche action adrenalinico che è anche cupa riflessione sull'America post-11 Settembre. Con il migliore Tom Cruise di sempre.

Il protagonista di Oldboy

“Oldboy” (2003)

In una decade dominata dalle trilogie non si può dimenticare quella sulla vendetta diretta da Park Chan-wook. Tra “Mr. Vendetta”, “Lady Vendetta” e “Oldboy” abbiamo scelto quest'ultimo per come ha saputo introdurre i vasti pubblici internazionali al cinema della Corea del Sud. Capolavoro di narrazione per immagini, dove la cura del dettaglio e la scelta dell'inquadratura giusta non sono fini a se stessi ma funzionali allo sviluppo della storia e dei personaggi, “Oldboy” sfoggia uno dei più intensi e disturbanti finali di sempre. Premiato con la Palma d'oro a Cannes, è anche una testimonianza di cosa si possa raggiungere adattando un fumetto.

Elijah Wood alle prese con l'Unico Anello

“Il signore degli anelli” (2001-2002-2003)

Impossibile, in questo caso, citare uno solo dei tre episodi componenti la trilogia di Peter Jackson, perché trattasi di un unico film diviso per esigenze commerciali e... umane. “Il signore degli anelli” è la più titanica impresa filmica del decennio zero e forse dell'intera storia del cinema. Tre film nati dall'amore sconfinato di Jackson per l'opera di Tolkien, adattata con necessarie licenze ma con grande aderenza alle atmosfere e alle suggestioni del testo originario. Diciassette Oscar totali, di cui undici vinti dal terzo capitolo, “Il ritorno del re”.

Kate Winslet e Jim Carrey in Se mi lasci ti cancello

“Se mi lasci ti cancello” (2004)

Il miglior film di Michel Gondry è anche una dichiarazione d'amore alla narrativa di Philip K. Dick, che abbiamo già incontrato in “Minority Report”. Non nel senso che il film sia tratto da un suo testo in particolare: a colpire è più che altro la continuità con alcuni temi cari all'autore di “Blade Runner”, tra cui la manipolazione della memoria e la conseguente inadeguatezza dei sensi nel dare forma alla realtà. Penalizzato dal titolo più stupido mai concepito e benedetto da una delle più felici interpretazioni del sottovalutato Jim Carrey.

Clive Owen in una scena de I figli degli uomini

“I figli degli uomini” (2006)

Si parlava prima dell'America post-11 Settembre, ma cosa è diventato il mondo dopo quella immane tragedia? Ce lo dice Alfonso Cuaron, che firma quello che è probabilmente il migliore affresco fanta-politico degli ultimi vent'anni. Un mondo morente e sterile, un'Inghiterra dominata da un governo autoritario e razzista che dà la caccia agli immigrati e li confina in campi di concentramento da cui non c'è uscita. In mezzo all'apocalisse, è una donna di colore, novella Eva, a portare in grembo l'unica speranza del genere umano. Regia sorprendente (indimenticabili i piani sequenza), colonna sonora eclettica e un intenso Clive Owen. Un film epocale.

Inquietante primo piano da Rec

“Rec” (2007)

Nel decennio del found footage, con pellicole come “Cloverfield” e “Paranormal Activity”, “Rec” ha un posto di assoluta rilevanza per come i registi Jaume Balagueró e Paco Plaza siano riusciti a ottenere il controllo totale di questa tecnica (più di “The Blair Witch Project”, che lo precede) per regalarci un horror di grande impatto spettacolare. Ma con “Rec” prendiamo tre piccioni con una fava: non c'è solo il filmato ritrovato, ma anche la moda per gli zombie (rigorosamente veloci) e l'inflitrazione del linguaggio dei videogame. Insomma, “Rec” è la summa di diverse tendenze che hanno dominato questi dieci anni, nel cinema ma non solo.

Una scena di Gomorra

“Gomorra” (2008)

Le regole le abbiamo già spiegate, ma le ribadiamo: “Gomorra” non è il miglior film italiano del decennio (ad esempio, “Il Divo” è più riuscito), ma è senz'altro il più importante. Per il fenomeno letterario a cui è legato a doppio filo, ma soprattutto per aver dimostrato come lo stile non sia per forza qualcosa di alieno alla nostra filmografia. Matteo Garrone fa scelte radicali di fotografia, regia e montaggio, e costruisce un racconto asettico e per questo ancor più lacerante. E lascia a casa tanti dei volti che (troppo) spesso bazzicano i nostri film (escluso il benvenuto Toni Servillo) in favore di altri presi dalla strada.

I protagonisti di Wall-E

“Wall-E” (2008)

Alla ricerca di Nemo”, bellissimo. “Up”, un capolavoro, certo. Ma “Wall-E” è qualcosa di più: un film d'animazione che va oltre l'animazione stessa, inglobando schegge di girato dal vivo, frullando riferimenti tecnologici di ieri e oggi, e utilizzando il mezzo della Computer Graphic in tutte le sue potenzialità. Da tempo le scelte registiche della Pixar, ovvero la simulazione digitale di una vera regia, hanno fatto scuola, ma qui tutto viene portato alle conseguenze più estreme. E l'uso della camera a mano difficilmente sarà scordato. Il sound design è del grande Ben Burtt, che dà anche “voce” al protagonista. Un personaggio già iconico, come E.T.

Zoe Saldana in Avatar

“Avatar” (2009)

Piaccia o meno, il blockbuster di James Cameron è un epocale spartiacque. E' stato un enorme successo al botteghino, e d'ora in poi sarà termine di paragone in fatto d'incassi. Ha inventato il nuovo 3D, che potrebbe diventare la norma in futuro, oppure evolvere per diventare qualcosa di ancora diverso. Ma soprattutto, ci ha regalato i primi personaggi in motion capture CGI totalmente credibili: il fatto che si tratti di alieni blu alti tre metri non fa che rimarcarne il successo. Le carenze della trama vengono sopperite da un reparto visivo straripante di invenzioni, una festa per gli occhi avanti anni luce rispetto a qualunque altro prodotto dei nostri tempi. La sfida è aperta a fare di più, e nel prossimo decennio di sicuro molti la raccoglieranno.