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Spider-Man made in Italy

Intervista esclusiva a Stefano Caselli, fumettista e storyboard artist, disegnatore italiano di The Amazing Spider-Man

The Amazing Spider-Man - Andrew Garfield

24.10.2012 - Autore: Marco Triolo
Per celebrare i cinquant'anni di Spider-Man, il RomaFictionFest ha organizzato un incontro di presentazione di Ultimate Spider-Man, la nuova serie animata dedicata al fortunato Arrampicamuri ideato da Stan Lee e Steve Ditko nel lontano 1962. È stato in questa occasione che abbiamo avuto la fortuna di incontrare Stefano Caselli, disegnatore italiano che ha potuto realizzare il sogno di ogni Marvel-fan e disegnare la storica testata The Amazing Spider-Man. Pochi giorni dopo lo abbiamo intervistato per telefono a proposito del suo lavoro nel mondo dei fumetti, della sinergia tra cinema e comics alla Marvel e di come la percezione del fumetto sia cambiata negli ultimi anni.

Spider-Man intervista Stefano Caselli disegnatore Marvel - Caselli all'opera

Tu hai iniziato come storyboard artist nel cinema. Ci potresti parlare della tua formazione?
Ho studiato a una scuola di fumetti dove abbiamo imparato anche tecniche di storyboard, perchè è molto vicino al fumetto. È un tipo di lavoro che mi ha permesso comunque di fare una gavetta “pagata”, perché mi volevo esercitare sulle inquadrature e sul disegno. Anche se nel cinema i ritmi di lavoro sono più sostenuti, perché di solito gli storyboard vengono richiesti dal giorno alla notte. Parallelamente portavo avanti il discorso dei fumetti, continuavo a studiare, a fare prove. Dopodiché, quando mi sono sentito pronto, ho fatto il book e l'ho portato in America. Lì la Marvel mi ha dato una possibilità e dopo dieci anni sono ancora qui a disegnare fumetti.

Vista la recente sinergia tra fumetto e cinema, tra Marvel fumettistica e cinematografica, e visto il tuo background, ti piacerebbe lavorare agli storyboard dei film Marvel?
Sì, sarebbe divertente, anche perché la cosa bella è che su carta puoi realizzare una storia da milioni di dollari di budget sempre al costo di una matita e di un foglio. Sarebbe bello passare dall'illusione di fare un grande film hollywoodiano a fumetti al vedere lo stesso trasportato sul grande schermo.

Da fan, cosa si prova ad arrivare a disegnare The Amazing Spider-Man dopo esserci cresciuto?
Un grande senso di responsabilità! Sapevo che avrei regalato storie ed emozioni che qualcun altro aveva regalato a me quando ero più piccolo. Ho sentito il peso di dare qualcosa ai lettori e rendere giustizia al personaggio per quanto fosse possibile. Ricordo che appena ho messo la mano sul foglio per disegnare l'Uomo Ragno mi sono sentito rigido e spaventato. Mi sentivo addosso tonnellate di responsabilità, anche per il confronto con cinquant'anni di autori che avevano dato tanto al personaggio. In quel momento toccava a me e ci tenevo a fare una cosa che almeno potesse essere ricordata.

Tornando al legame col cinema, la Marvel ora sta rilanciando i suoi albi nel mega evento editoriale Marvel Now, in cui il look dei personaggi sembra sempre più vicino ai film. Cosa ne pensi? Si tratta di un'operazione necessaria per rinfrescare le serie o la trovi un po' forzata?
Sicuramente i miliardi di dollari che hanno incassato i film della Marvel hanno fatto avvicinare a questi personaggi anche gente che non conosceva i fumetti. Secondo me stanno facendo un'operazione corretta dal punto di vista del marketing, ringiovaniscono le testate e avvicinano, più nei toni che graficamente, le storie a quelle cinematografiche. Io adesso sto disegnando i Vendicatori, e le storie sono molto ironiche come il film. È una cosa che, se fatta bene, porterà i suoi vantaggi alla Marvel.

Già che siamo in argomento, cosa ne pensi dei nuovi film Marvel?
Io quando vado al cinema mi siedo per vedere un film, non amo il confronto con il fumetto. Devo dire che hanno fatto degli ottimi film e dei film meno riusciti, che comunque riescono ad attirare a livello trasversale sia grandi che piccoli. A me personalmente è piaciuto tantissimo il primo Iron Man e poi mi ha divertito The Avengers.

Spider-Man intervista Stefano Caselli disegnatore Marvel - Una copertina di Caselli

Tra serie animate, telefilm e film, Spider-Man è ormai in giro da cinquant'anni. Cosa pensi che faccia funzionare così tanto un personaggio da renderlo una tale icona?
Sicuramente non è il costume, è Peter Parker a renderlo speciale. È il personaggio dietro la maschera più riuscito in assoluto, perché qualsiasi generazione si identifica con un ragazzo che ha problemi di cuore, lavoro, studio e fatica a pagare le bollette. È quello che rende l'Uomo Ragno diverso e attraente negli anni. Infatti io sono anche d'accordo sul fatto che lo abbiano svecchiato nell'ultimo film, dove è un giovane che va sullo skate e si ascolta l'iPod.

Perché secondo te questa nuova considerazione del fumetto nel mondo? Non parlo solo del successo al cinema ma anche del fatto che ormai non è più considerata solo spazzatura ma arte...
In America il fumetto è sempre stato considerato una forma di intrattenimento, non ha nessi artistici come anche i videogiochi o i film. In Francia al contrario è sempre stato autoriale. Probabilmente è una cosa molto italiana quella di vedere i fumetti come i giornaletti da bambini, ma ora un po' col successo delle cosiddette graphic novel e anche con la produzione dei film, la gente sta capendo che i fumetti possono raccontare delle belle storie. Poi il fumetto è l'unione perfetta tra cinema e letteratura, perché ha i linguaggi di entrambi. Personalmente sono contento che il fumetto inizi a essere visto come una forma di intrattenimento alla pari di un romanzo.

Tu stesso hai co-creato Hack/Slash con Tim Seeley e in lavorazione da tempo c'è un film tratto dal tuo fumetto. Ci puoi dire a che punto siete?
Ancora stiamo tribolando. I diritti del film sono stati opzionati circa sei anni fa. Poi abbiamo avuto vicissitudini produttive, sono state scritte quattro sceneggiature, è cambiata la produzione... Adesso c'è un regista che se ne sta occupando, Marcus Nispel, quello che ha fatto il remake di Non aprite quella porta e l'ultimo Conan. Siamo in attesa...

Mi pare che ormai ci sia una ricerca a tappeto da parte di Hollywood: ogni volta che esce un nuovo fumetto qualcuno se lo accaparra...
Perché si ritrovano le sceneggiature già scritte con gli storyboard fatti, c'è già lo studio delle inquadrature e dei personaggi, tutta la pre-produzione. A Hollywood conviene, perché possono vedere come sarebbe il film.

Hai conosciuto Nispel?
Non di persona, ci scriviamo su Facebook. È una persona carina.

E Stan Lee lo hai incontrato?
Ho avuto l'onore di stringergli la mano una volta. È un simpatico vecchietto.

Spider-Man intervista Stefano Caselli disegnatore Marvel - Andrew Garfield in The Amazing Spider-Man

Quali sono autori di fumetti a cui ti ispiri di più?
So che sembra una cosa un po' strana da dire, ma a me piace qualsiasi cosa vedo. Non ho mai avuto un autore di riferimento. I due che quando ero piccolo mi sconvolsero la vita perché mi sembravano cose mai viste furono il buon vecchio John Buscema e Jordi Bernet, autore di Torpedo.

E qual è il tuo immaginario al di fuori del fumetto? Ad esempio nella musica e nel cinema...
Per quanto riguarda il cinema sono un onnivoro, è la mia grande passione dopo il fumetto. Sembra strano ma guardo molti film mentre lavoro. Mi piace quasi tutto, non sono uno snob. Guardo cose belle e brutte, film orientali, italiani, francesi. La musica è la mia altra grande passione: ascolto molto rock, e poi suono la batteria. Anche la musica mi tiene compagnia mentre lavoro. Purtroppo ho invece poco tempo per la lettura, lavorando tante ore al giorno.

Infine, la nostra classica domanda: quale poster avevi in camera da ragazzo?
Il poster originale de Il cacciatore, un manifesto gigantesco che mio cugino elemosinò per strada. Poi anni dopo quello di Robocop.