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Spielberg, Tom Hanks e Meryl Streep presentano The Post: “La lotta di una donna in un mondo di uomini”

A Milano in occasione dell'anteprima del film sui Pentagon Papers, il regista e le star hanno parlato di libertà di stampa, eguaglianza gender e di come l'amministrazione Trump non sia tanto diversa da quella Nixon

The Post

15.01.2018 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Milano. “Timely” è la parola che si usa in inglese per definire un'opera come The Post, il nuovo film di Steven Spielberg che il regista ha presentato a Milano insieme ai protagonisti Tom Hanks e Meryl Streep. Vuol dire “al passo coi tempi”, “attuale”, “dal tempismo perfetto”. Perché in effetti The Post non è solo una storia politica che prende il via dalla grande tradizione del cinema di denuncia americano (Tutti gli uomini del presidente è il primo a venire nominato, ovviamente), ma anche la storia di una donna “che non era consapevole della sua stessa autorità” in un'epoca in cui era ancora insolito che le donne ricoprissero ruoli di potere. Dunque, libertà di stampa, eguaglianza gender. Messaggi inequivocabili in un anno che ha visto l'ascesa a presidente di Donald Trump, le cui “veci” spettano a Nixon nel film.

 
Credo che la libertà di stampa oggi sia sotto attacco. Forse siamo messi ancora peggio che nel 1971”. Parole di Steven Spielberg, che non esita a denunciare apertamente ciò che nel film è solo implicato, ovvero gli agganci al presente. “Abbiamo ricevuto grande appoggio dalla stampa americana, non solo per il messaggio politico ma anche per la forza di Katharine Graham [proprietaria del giornale], il cui percorso Meryl Streep interpreta perfettamente. Una donna all'apice della sua professione, eppure incapace di trovare una sua voce in una società dominata dagli uomini. La relazione tra Ben Bradlee [direttore del Post] e Katharine è la più forte relazione uomo-donna di tutto il mio cinema, e ho avuto a disposizione due attori fantastici, per mia fortuna”.
 
Il film ruota intorno allo scandalo dei Pentagon Papers, un rapporto top secret sull'escalation americana in Vietnam che andava apertamente contro ogni cosa proclamata agli americani dalle varie amministrazioni coinvolte nel conflitto. Una sequela di menzogne che l'amministrazione Nixon tentò di tenere segrete, svelate dalla redazione di un giornale che all'epoca era “il secondo quotidiano di Washington D.C. dopo il Washington Star, la vera stella del giornalismo di Washington”, spiega Spielberg. Oltretutto di proprietà di una donna! Si affaccia, insomma, la classica parabola americana degli ultimi che diventano primi con la sola forza di volontà. “Ban Bradlee era un uomo molto competitivo – spiega un divertito Tom Hanks – Nel giugno del 1971 il Post era in competizione diretta col Washington Star. L'idea che il New York Times potesse ottenere uno scoop precluso al Post lo teneva sveglio la notte. Non voleva essere il numero due”. Una volontà ferrea, unita a un ottimo fiuto per le notizie, che permisero al Post di trasformarsi in un importante quotidiano nazionale: “Non solo Bradlee sfidò il New York Times, ma poi, con il Watergate, tolse ogni freno lasciando che Woodward e Bernstein pubblicassero i loro articoli, e spinse Katharine Graham a pensare in grande. Furono loro a far scoppiare lo scandalo che portò alle dimissione di Nixon”, aggiunge Spielberg.

 
“La prima versione della sceneggiatura, scritta da Liz Hannah, fu acquistata da [la produttrice] Amy Pascal sei giorni prima delle elezioni presidenziali – interviene Meryl Streep – Pensavamo che avrebbe rappresentato uno sguardo in retrospettiva ai passi avanti fatti dalle donne, perché davamo per scontato che avremmo avuto una donna presidente. Dopo le elezioni aumentarono invece l'ostilità verso la stampa e gli attacchi alle donne. E il film divenne dunque una storia su quanto poco siamo avanzate”. Inevitabile affrontare l'argomento “Time's Up” e il movimento delle donne di Hollywood contro le molestie sessuali: “Per qualche ragione, l'aria ora è cambiata, e non solo a Hollywood ma anche nell'esercito, al congresso, nell'industria. Le donne non ne possono più ed è stupendo che questo movimento sia partito. Credo che Hollywood abbia avuto un ruolo perché è piena di grossi nomi e donne famose e bellissime. Questo ha dato coraggio alla gente”. “Dobbiamo insegnare il coraggio alle nostre figlie”, aggiunge.
 
“Nel corso della storia, le donne hanno tentato di rompere il muro costruito dagli uomini – conclude Spielberg – ma la marea continua a cambiare. Durante la Seconda Guerra Mondiale, le donne dominavano la macchina di produzione bellica che permise agli alleati di salvare la civiltà occidentale. Ma, alla fine della guerra, gli uomini tornarono a casa e le donne tornarono in cucina, senza trovare il modo di capitalizzare sulle competenze che avevano appreso. Quello che sta accadendo, però, non è tanto un problema delle donne quanto degli uomini, che devono imparare a controllarsi, a comportarsi in maniera appropriata e accettare un no come risposta. Finché non sarà così resterà una lotta di potere. Spero che film esempio per le donne che finalmente stanno alzando la testa come Katharine Graham”.

 
In uscita il primo febbraio, The Post è distribuito in Italia da 01. Qui ne potete vedere il trailer.