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Spaghetti Story: la commedia italiana che i russi hanno visto prima di noi

Costato quanto "una macchina usata", il film di Ciro De Caro è l'unico italiano in concorso al Festival di Mosca. Il regista ci racconta il segreto del "no-budget"

24.06.2013 - Autore: Pierpaolo Festa
Mosca - "Ho voluto fare un film all'italiana e cioè realizzarlo come si fa con un piatto di spaghetti. Buono e semplice". E' questa la frase che Ciro De Caro usa per presentare Spaghetti Story, commedia non ancora vista sugli schermi italiani, eppure l'unico film selezionato per rappresentare il nostro cinema al Festival Internazionale del Film di Mosca, dove ha riscosso applausi e sorrisi (la proiezione ufficiale, ieri sera, è stata fin'ora l'unico sold-out del Festival con circa duemila spettatori).

Ancora una volta il nostro cinema inquadra inevitabilmente una generazione alla deriva, quella degli over 30 in balia della "situazione italiana". De Caro azzecca il tono ed è capace di fabbricare una commedia pregna di dramma. Un film molto vicino al cinema intelligente di Paolo Virzì e che a tratti - quando descrive un certo squallore esistenziale provocando comunque sorrisi - ricorda le pellicole più leggere di Ken Loach, riuscendo a mettere in scena vera povertà e vero dramma senza mai smettere di essere brillante.


Ciro De Caro al Festival di Mosca insieme alle attrici Rossella D'Andrea e Sara Tosti

De Caro e il suo team di produttori e attori dimostrano che il cinema può essere frutto di un forte legame artistico tra coloro che ne prendono parte. Lo incontriamo a Mosca, dove ci rilascia un'intervista esclusiva in cui rivela il segreto per realizzare un film con pochissimi soldi.

Ciro iniziamo così: puoi descrivere il tuo film come si fa a Hollywood, utilizzando meno di cento parole?
Ho fatto Spaghetti Story proprio per evitare questo genere di descrizioni! Però mettiamola così: è la storia di un uomo che vive nell'ansia di fare la cosa giusta. Fa l'unica cosa sbagliata... che alla fine si rivela la cosa giusta.

Il film non è ancora uscito nei cinema italiani. Qualche tempo fa parlavo con Rolando Ravello proprio di questo: di come un regista abbia difficoltà a trovare la gioia per il suo lavoro dal momento che la frustrazione della distribuzione può essere altissima...
Credo che un filmmaker non debba interessarsi a cosa accade dopo. Quelli che fanno questo lavoro perché sono guidati da un'idea che li tormenta la notte - la premessa di una storia da raccontare - sono loro gli artisti che hanno già vinto, a prescindere da quante persone vedranno il loro film. Se si pensa al dopo, in Italia in questo momento, quel pensiero potrebbe soltanto far scaturire pessimismo.

Come si ricuce allora la fiducia tra regista e pubblico nell'Italia di oggi?
Credo che ci sia la fiducia. Tanti di film visti ai festival riescono comunque a trovare un pubblico nel nostro Paese. Il problema invece è rappresentato dalla scelta di alcuni produttori e distributori: sono loro a volte che non hanno fiducia verso gli spettatori.


L'attrice Deng Xueying è la prostituta Mei Mei in Spaghetti Story

Non è un po' un paradosso che il tuo film venga chiamato a rappresentare l'Italia in un Festival internazionale e allo stesso tempo non sia stato ancora visto da un'audience italiana?
Quando mi hanno invitato qui a Mosca ero fuori con amici. Avevo appena letto la mail sul mio telefono e d'un tratto ho iniziato a tremare. Non potevo crederci. Ho dovuto chiedere un momento da solo per realizzare la cosa. La cosa bella è che all'estero il cinema italiano viene apprezzato per quello che è, non per quello che vorrebbe essere (un errore che commettiamo spesso a casa nostra). Ecco questa cosa mi dà soddisfazione. Inizialmente sono stati tanti a dire che non ce la avremmo fatta e che il nostro film era troppo piccolo. Essere qui adesso mi permette di camminare a testa alta.

Dunque Ciro in un momento in cui si parla di sprechi produttivi e distributivi, in un periodo di crisi come questo, qual è il segreto per fare un film no-budget?
Posso raccontarvi la mia esperienza. Spaghetti Story è una storia italiana. Un film fatto "all'italiana". Non ho voluto aspettare di trovare i finanziamenti: sarebbe stata una scommessa che avremmo potuto anche perdere. Questo film è un invito ai giovani filmmaker italiani ai quali mi permetto di dare un consiglio: "Non provate a fare Hollywood in Italia, perché probabilmente non lo farete. Soprattutto in questo periodo. Vendetevi la macchina invece, e chiamate un po' di amici. "Buttate" un po' di soldi in un progetto in cui credete. Con una videocamera digitale si può raccontare una storia senza bisogno di tanti soldi. Se avete la storia ovviamente, se avete quella famosa idea che non vi fa dormire la notte e che volete raccontare.

Spaghetti Story è distribuito da PFA FILMS (Pier Francesco Aiello) ed ENJOY MOVIES (Andrea De Liberato). L'intenzione dei realizzatori è lanciarlo nelle sale italiane in autunno.



Per saperne di più
Il sito ufficiale di Ciro De Caro
Il sito ufficiale di Spaghetti Story
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