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Short Skin, i dolori del giovane sesso

Incidenti di percorso sulla strada della maturità sessuale. Arriva nei cinema la commedia teen da 150 mila euro, finanziata da Biennale College

Short Skin

21.04.2015 - Autore: Pierpaolo Festa
"Se fai l'amore entro i 15 anni sei un figo. Se lo fai entro i 17 sei gagliardo. A 18 sei già sfigato". Ieri come oggi, sono tanti gli adolescenti contagiati da una certa negatività arrivati al culmine della loro esplorazione sessuale. Short Skin: I dolori del giovane Edo parla di questo tema, alla costante ricerca della sensibilità sviluppata all'interno di un contesto di commedia. Il film di Duccio Chiarini, realizzato all'interno del Biennale College - Cinema, parte da un'idea forte e reale: un giovane protagonista che non può perdere la verginità perché affetto da fimosi, piccola malformazione al prepuzio che gli provoca dolore quando si masturba o prova a fare sesso.

Film.it ne parla in esclusiva con il regista Duccio Chiarini.


QUI UNA CLIP ESCLUSIVA DI SHORT SKIN

E' stato difficile azzeccare il tono ed evitare di strafare? Negli USA avrebbero fatto una cosa in stile American Pie, in Italia forse il rischio era quello di fare un film più forzato nei suoi toni romantici...
Sin dall'inizio sapevo che avrei filmato un percorso di formazione affettiva, una maturazione intima raccontata attraverso condizione fisica particolare. Lo scopo era proprio quello di raccontare una storia di adolescenti con un tono da commedia e un'attenzione agli affetti: come se fosse un ibrido tra una commedia indipendente americana e un film d'autore francese.

Più volte vediamo il tuo protagonista, Matteo Creatini, nudo o in sequenze in cui è difficile non essere imbarazzati. La prima scena che mi viene in mente è quella in cui esplora il sesso, utilizzando un polpo... ha esitato o si è lanciato?
Inizialmente ha esitato, poi però si è lanciato con grande talento. È stato bravissimo perché ha avuto il ruolo due settimane prima delle riprese. Precedentemente avrebbe dovuto interpretare un altro personaggio, poi non trovavamo l'attore giusto e quindi gli ho proposto il ruolo di Edo. Non si è preoccupato.

E il giorno del polpo sul set? Da dove nasce quell'idea?
Nasce dai miei ricordi di adolescente, quando a scuola girava la voce di farsi le seghe con la carne macinata. Era una storiella cult! Ecco, visto che il film ha una ambientazione marina, abbiamo deciso di usare un polpo... e quel giorno sul set l'attrezzista si è dimenticato di levargli un dente!  


Nicola Nocchi e Matteo Creatini

A proposito di queste due settimane che il tuo protagonista ha avuto per imparare un ruolo, sono curioso: in quanto tempo hai girato il film e quanto è costato?
È stato sviluppato all'interno del Biennale College, che si occupa di produrre tre progetti ogni anno con la formula del microbudget e cioè con non più di 150 mila euro. Dunque il budget c'è, sono i tempi di lavorazione a essere stretti. In pratica a luglio presenti il soggetto, a settembre e ottobre sviluppi il film presso la fondazione con il supporto di tutor ed editor all'interno di questo progetto internazionale. A dicembre e gennaio fai provini e audizioni, mentre nel frattempo riscrivi. Noi abbiamo chiuso tutto a due settimane dall'inizio delle riprese, che ne sono durate quattro. Infine lo abbiamo montato in un mese. Dunque la sfida è cronologica, non economica, ma la certezza che ti viene data è che il tuo film sarà mostrato al Festival di Venezia, questa è stata una cosa che ci ha dato la carica.

Quanto Short Skin è un progetto autobiografico?
Tanto. Sono andato a ripescarmi le lettere che scrivevo a quell'età a una serie di amori non pienamente corrisposti. Le ho mostrate ai miei protagonisti, le abbiamo rilette insieme. Da quelle abbiamo creato un background della storia. Questo ci ha aiutato a stabilire anche il tono del film.

Quindi da una parte ricordi personali, dall'altra questi giovani sono molto contemporanei. Ti hanno aiutato loro a contestualizzare il film alla nostra epoca?
Sì, succedeva sin dai provini, quando abbiamo incontrato centinaia di persone. Avevo un copione di partenza e chiedevo loro conferma che le cose che avevo scritto non fossero "campate per aria". Ho svolto tutti i provini facendo domande intime sul modo in cui questi ragazzi vivono gli affetti.


Creatini e Francesca Agostini

E' interessante notare come questi giovani siano sicuri di sapere tutto, mentre i genitori - anche loro in crisi - invecchiano perdendo ogni certezza. È una cosa di cui abbiamo parlato con Paul Haggis qualche settimana fa, e che vediamo chiaramente nel tuo film...
L'idea narrativa era proprio questa: parallelamente alla maturazione di Edoardo, apriamo gli occhi sul mondo degli adulti. Più questo ragazzo diventa maturo, più si rende conto che tutte le certezze degli altri sono fragili. Edoardo ha questa piccola problematica della fimosi che lo rende molto chiuso, molto intimo, molto osservatore. Meno arrogante nelle sue certezze.

Nel film vediamo adulti e giovani in piena crisi. Ma le loro dinamiche non sono mai esplosive come in un film di Muccino, piuttosto la macchina da presa racconta sempre tutto con tanta delicatezza...
Sì l'idea era quella di mantenere sempre una sorta di delicatezza e una sorta di tristezza di fondo... sarà che non sono cresciuto in contesti alla Muccino durante le liti.

Duccio l'ultima domanda è quella che facciamo sempre: qual era il poster che avevi in camera da ragazzino?
Fino a 13 anni avevo foto di Roberto Baggio. Il mio primo poster è stato quello di The Wall dei Pink Floyd.

Short Skin, in uscita il 23 aprile, è distribuito da Good Films.