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Love Actually 11 anni dopo: ancora un classico di Natale

Il film romantico del nuovo millennio più amato e imitato. Il regista Richard Curtis: “Non pensate però che le coppie che racconto siano ancora insieme!”

Love Actually

16.12.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Love Actually, ovvero uno dei film di Natale per antonomasia. Uno di quelli che basta seguire da qualsiasi momento per ritrovarsi incollati allo schermo a guardarlo. E se questo non succede, allora basterà lasciarlo in sottofondo alzando il volume, perché anche in quel caso l'atmosfera si riscalderà. Film.it ne parla con Richard Curtis, padre della commedia romantica britannica (ha scritto Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill) che undici anni fa ha debuttato alla regia dirigendo proprio Love Actually.


Andrew Lincoln in una scena chiave di Love Actually.

Una delle scene più memorabili del film vede Andrew Lincoln dichiarare il suo amore a Keira Knightley, moglie del suo migliore amico, in una specie di serenata natalizia. Cosa ricorda di quel giorno sul set? E' stata una scena difficile da girare?
In realtà è stato molto facile, solo che ci abbiamo messo tutta la notte a girarla! Ricordo esattamente quella sera: abbiamo cominciato con Keira, non le staccavamo di dosso la macchina da presa. La volevamo bellissima! Per questo abbiamo fatto tanti ciak e tante riprese del suo volto. Era già tardissimo, invece, quando abbiamo filmato i primi piani di Andrew Lincoln. Mancava il bacio. Quella sera c'era con noi un rappresentante del comune di Londra che ci ha intimato di fermare le riprese. “Potrai dire stop un'ultima volta, poi andrete a casa”.  A quel punto ho spiegato la situazione a Keira... non avrei potuto dire “stop”. Quindi ecco la ragazza correre verso Andrew e baciarlo e poi, senza che io le dicessi nulla, eccola tornare indietro al punto di partenza e ricominciare a correre. Lo ha fatto circa sette volte, è stato il ciak più lungo della mia carriera!

E' incredibile notare la trasformazione di Andrew Lincoln, da allora ad oggi dove lo vediamo eroico, spietato e un po' folle come leader dei sopravvissuti di The Walking Dead...
Non guardo quello show. Ho fatto un patto con me stesso: per ragioni personali mi sono allontanato da qualsiasi film o serie in cui ci sono persone che vengono uccise. Sono comunque felice del successo di Andrew con The Walking Dead. Posso anzi dire che è una delle cose di cui vado più fiero nella mia carriera: quando abbiamo cominciato a lavorare su Love Actually volevamo un cast composto per metà da attori famosi e per il resto da totali sconosciuti. Dieci anni dopo gli sconosciuti hanno preso il controllo dell'universo televisivo: Andrew con The Walking Dead, Martin Freeman con Sherlock e Fargo, Thomas Sangster in Il trono di spade. Sono tutti famosi oggi, e guardate Chiwitel Ejiofor che interpreta il marito di Keira Knightley e che lo scorso anno ha sfiorato l'Oscar con 12 anni schiavo.


Thomas Sangster e Liam Neeson.

Ha nominato Sangster che nel film è un bambino romantico ossessionato da Titanic. Quanto le somiglia quel personaggio?
Un po' sì. Ero ossessionato dall'amore sin da bambino: quando avevo cinque anni mi ero innamorato di una ragazzina che non conoscevo. Quando ne avevo sette, mi sono innamorato di una ragazza in autobus. Rubavo i gioielli di mia madre e li regalavo a lei. Quindi sì, sono sempre stato interessato a questo tema.

Nell'era in cui i film vengono adattati in serie televisive, ha mai pensato a Love Actually come un potenziale candidato per questo processo di trasformazione?
Per un po' sì: avevo un'idea per fare una serie tratta dal film. Poi ho pensato fosse esagerato e mi sono fermato. L'unico dei miei film che immagino perfetto nel format televisivo è I Love Radio Rock: sono convinto che sarebbe stata una serie perfetta.


Philip Seymour Hoffman in I Love Radio Rock.

E' uno dei suoi film più interessanti. E poi c'è Philip Seymour Hoffman, unico americano in mezzo a un equipaggio di pirati dell'etere britannico...
Per questo è diventato un film difficile da guardare. C'è una scena in cui Phil dice: “Questi sono i giorni più belli delle nostre vite”... e per me è dura guardarlo. Quando Phil è morto, io e gli attori del film ci siamo riuniti a casa mia per ricordarlo. Non capita mai che un attore guardi i contenuti speciali di un DVD, quella sera lo abbiamo fatto, guardando le interviste di Philip nei contenuti speciali.

Love Actually è stato clonato in tutto il mondo, in tutte le culture. Anche qui in Italia ci sono state tante commedie (e ci sono ancora) ispirate al suo film. Ne è felice o vorrebbe chiamare i suoi avvocati per denunciarli tutti?
Vorrei solo che Garry Marshall mi mandasse un biglietto di ringraziamento. Qualcosa con in cui mi scrive: “Ho visto il tuo film e mi è piaciuto”. Non voglio soldi, ma è strano che quei due film – Appuntamento con l'amore e Capodanno a New York - somiglino tanto al mio e che nessuno me lo abbia mai detto.


Richard Curtis sul set di Love Actually.

Ogni volta che guardo uno dei suoi film mi chiedo se pensa al lieto fine anche dopo i titoli di coda. In altre parole le coppie dei suoi film sono ancora insieme?
Assolutamente no. Non puoi pensare le persone rimangano insieme per così tanti anni. Succede solo per la durata della romantic comedy. Sul serio credi che Richard Gere e Julia Roberts siano ancora insieme nell'universo di Pretty Woman? Non ne sono convinto.

Allora mettiamola così, ha mai pensato a un sequel di Love Actually?
Be' non lo farò ma sarebbe interessante raccontare nuovi personaggi in giro per il mondo. Si potrebbe intitolare Love Actually is Around the World, io però sono troppo stanco per dirigerlo!