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Jason Clarke, protagonista di Everest: “Recitare è la cosa più estrema”

Intervista all'attore in rapida ascesa, che guida la spedizione sul monte più alto del mondo nel kolossal Universal. “Una delle più grandi esperienze della mia vita”

Jason Clarke - Everest

10.09.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Jason Clarke sta rapidamente diventando uno dei nomi più ricercati a Hollywood. Australiano, classe 1969, Clarke si è fatto notare con i suoi ruoli in Lawless, Zero Dark Thirty e Il grande Gatsby, prima di passare a Apes Revolution, Knight of Cups di Terrence Malick e il recente Terminator Genisys, in cui interpreta il leggendario John Connor. In Everest lo ritroviamo nei panni del protagonista Rob Hall, esperto alpinista neozelandese che fu tra i primi ad aprire un servizio professionale per guidare gli scalatori sulla cima dell'Everest, la Adventure Consultants. Un altro ruolo di primo piano per Clarke, che abbiamo incontrato in occasione della presentazione ufficiale del film. La nostra intervista.

Qual è stato il momento più incredibile che hai vissuto sul set?
Un giorno, finite le riprese, sono salito su questo elicottero a quasi 5.000 metri e abbiamo sorvolato parte dell'Everest. A un certo punto mi sono legato per bene e ho aperto il portello, sporgendomi a 7.000 metri sull'Everest. Una delle cose più straordinarie che abbia mai fatto.



Girare questo film ti ha cambiato in qualche modo la vita?
Beh, girando questo film ho vissuto una delle più grandi esperienze della mia vita. La storia era già monumentale e il produttore Tim Bevan e gli sceneggiatori hanno fatto un grande lavoro nel distillarla, mantenendone comunque il cuore intatto. Da attore, però, poi devi andare là fuori e interpretarla. Abbiamo girato sull'Everest, sulle Alpi, visto più elicotteri che nel resto della vita e lavorato con leggende dell'alpinismo come Guy Cotter e David Breashears [anche personaggi del film, ndr].

Il film è incentrato su un gruppo di persone con una passione estrema, alla ricerca dell'adrenalina che un'impresa sportiva può dare. Anche tu sei un “drogato di adrenalina”?
Per me già recitare è una cosa estrema, una forma bizzarra di vita perché vivi solo in pochi momenti e poi ti devi sedere e aspettare. In privato, sì, mi piace scalare, correre in auto, cose così. Dopo tutto è una vita corta in un grande mondo!



Josh Brolin parlava del cameratismo che si è instaurato tra voi attori. È davvero così importante condividere un'esperienza del genere, condividere il set con i colleghi invece che recitare davanti a uno schermo verde?
Sì. Ci siamo divertiti molto, abbiamo mangiato pasta insieme a Roma, volato a Kathmandu dove ci siamo fatti una birra, abbiamo mangiato e ballato e poi siamo andati tutti insieme al campo base dell'Everest, in elicottero. Abbiamo visto l'Everest per la prima volta tutti insieme. E poi Londra, il Nepal, Roma e le Alpi. Eravamo un grande gruppo di americani, australiani e neozelandesi, come nel film. E non credo sia casuale perché Baltasar voleva che fosse tutto il più naturale possibile.

In uscita il 24 settembre, Everest è distribuito da Universal Pictures. Per saperne di più, leggete anche:

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