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Bifest: Cristina Comencini annuncia le riprese di Latin Lover

Il nuovo film della regista, la storia di cinque donne frutto delle diverse relazioni del loro padre divo del cinema

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09.04.2014 - Autore: Pierpaolo Festa, da Bari
Si intitolerà Latin Lover il nuovo film di Cristina Comencini. È lei stessa a rivelarlo nel giorno in cui il Festival di Bari la premia con il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence. “Comincerò a girare il mese prossimo proprio qui in Puglia. Racconterò la storia di un divo e delle donne che ha sposato e messo al mondo. La relazioni tra queste madri e figlie e il concetto di libertà: il paragone tra la loro generazione che era così libera e la nostra che forse si sente meno libera”.

La pellicola esplorerà un arco narrativo di due giorni, quelli del decennale della morte del protagonista: una star del cinema che ha avuto cinque figlie da diverse relazioni. La regista racconta il nuovo progetto ai microfoni di Film.it: “Le sue figlie si riuniscono per celebrarlo al paesello dove lui è nato. Provengono anche loro da paesini piccoli italiani anche se poi sono emigrate in giro per il mondo. Queste donne si sentono meno libere, ne racconterò le relazioni affettive e il senso di frustrazione”. Il ruolo del padre sarà interpretato da Francesco Scianna. Nel cast femminile invece vedremo Angela Finocchiaro, Marisa Paredes, Virna Lisi e Valeria Bruni-Tedeschi.

Dunque saranno raccontate dinamiche emotive complesse, eppure manterrà ancora una volta un registro di commedia corale...
Sì perché la commedia corale ti diverte e allo stesso tempo può suggerirti ciò che rimane fuori scena. Non è facile realizzare questo tipo di film, in passato l'ho fatto per necessità. Quando ho cominciato a fare questo lavoro ho capito che era cambiata la generazione degli attori: non c'erano più persone come Nino Manfredi in grado di reggere un intero film sulle proprie spalle, occorreva creare un cast corale di età diverse in modo da creare appeal con tutto il pubblico. Nella commedia corale tutti parlano di tutti, anche di quelli che non sono in scena. In questo modo ti ritrovi a conoscere i personaggi in profondità anche se non sono sempre presenti sullo schermo.  

Chi sono le donne del suo film?
Sono cinque figlie, rappresentano i cinque Paesi grandi dove c'è stato il cinema: l'Italia, la Francia, i Paesi Scandinavi, l'America e la Spagna. Il loro problema è il momento della vita del padre all'epoca del loro concepimento. L'altra domanda è: a quale madre appartengono? Sono donne diverse tra loro e la cosa bella e interessante è che tutta la loro vita è stata condizionata da questa figura maschile che mi sono divertita a sviluppare come un nodo mitologico.

C'è qualche riferimento a suo padre Luigi Comencini in questo protagonista?
Non lo posso escludere, ma qui c'è la figura dell'attore, una figura forte. Vedrete Francesco Scianna in un ruolo glamour alla Rodolfo Valentino. Mio padre ha fatto una vita “tranquilla” in cui ha amato la stessa donna per tutta la vita. Forse è un riferimento paterno che possiamo avere noi donne in tutto, non solo nell'arte. Qualcosa di molto italiano.

A proposito di italiano, ne La bestia nel cuore il personaggio di Luigi Lo Cascio emigrato in America diceva: “Qui è l'unico posto in cui ha senso essere italiano”. A dieci anni da quel film quanto quella frase è diventata vera?
Tanto vera che i giornali non parlano d'altro. La fuga dei cervelli è una grande pena per cui provo davvero tanta rabbia. In Italia abbiamo degli studenti tra i più intelligenti: siamo i primi negli studi anche quando andiamo all'estero e vinciamo più borse di studio rispetto agli altri. Diciamo basta, bisogna mettere a posto l'Università e le scuole perché l'Italia ne ha bisogno. Abbiamo bisogno di ragazze e ragazzi che lavorino qua e migliorino l'Italia. È molto semplice, così come penso che se non ci sono le donne in Italia non succede più niente di nuovo, perché la modernità si raggiunge solo così.

Mi dica di più sul bisogno delle donne come raggiungimento della modernità...
Loro ci vorrebbero rendere uomini per accedere alla società. Io non voglio diventare un uomo, vorrei rimanere una donna con le differenze e la storia che ho sulle mie spalle. Vorrei che le giovani donne continuassero a fare i bambini con gli uomini. Sarebbe bello. Non possiamo pensare che il mondo si “maschilizzi” tutto, altrimenti diventiamo tutti uomini, o peggio: diventiamo tutti neutri. Dobbiamo raccontare le nostre storie e le nostre differenze perché il bisogno vero è quello di non aderire a un modello unico.

Lei è sposata con Riccardo Tozzi, uno dei produttori più prolifici del nostro cinema. É il sogno di ogni regista vivere con un produttore?
Questo film non lo stiamo facendo insieme. Ci siamo lasciati sulla professione: abbiamo avuto tante esperienze bellissime insieme e ci siamo presi una vacanza l'uno dall'altra per non prendercela nel privato!

Film.it è al Bifest di Bari dal 5 al 12 aprile. Qui il sito ufficiale dell'evento.

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