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Harry Potter: nella testa del magico trio

Gettati improvvisamente nel mondo vero, fuori dalle mura sicure di Hogwarts. Fino a momento prima ragazzi, l'attimo dopo adulti. Harry, Ron e Hermione sono molto cambiati

Harry Potter e i doni della morte - Daniel Radcliffe, Rupert Grint e Emma Watson

01.10.2010 - Autore: Federica Aliano
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Harry Potter compie diciassette anni. Questo nel mondo dei maghi comporta qualcosa di importante: il raggiungimento della maggiore età. Il che non è una mera formalità, ma significa moltissimo. Innanzitutto il nostro giovane eroe si libera della Traccia, che permetteva al Ministero della Magia di individuarlo ovunque si trovasse allo scopo di prevenire magie da parte di maghi minorenni (Ragionevoli Restizioni, come le chiamano loro), ma che lo rendeva rintracciabile anche dai maghi oscuri. Harry ora è libero di fare tutte le magie che vuole anche fuori dalle mura di Hogwarts, ma è anche vero che ha un grosso peso da portare sulle sue esili spalle.

Daniel Radcliffe è Harry Potter ne I doni della morte

Harry ha perso la sua guida, accanto a lui ci sono adulti impauriti (come i signori Weasley) o troppo solerti a consigliargli di usare le Maledizioni Senza Perdono (come Lupin). Eppure lui non si lascia corrompere e, soprattutto alla fine, dimostrerà che la fedeltà verso se stessi e ciò che si è davvero, unita al senso di giustizia, è l’arma vincente che ciascun uomo dovrebbe avere.
È cresciuto davvero Harry, non è più il ragazzino pieno di segreti che nasconde le cose persino a Silente. Non è più l’adolescente lagnoso che pensa che gli altri non possano capire fino in fondo, Preside compreso, e finisce con il fare un sacco di stupidaggini. Anzi, rimpiange di non aver parlato più a fondo con il suo mentore. È un adulto Harry, e per lui giustizia e istituzioni non sono affatto la stessa cosa. È capace di alzarsi in piedi e affrontare occhi negli occhi il Ministro Scrimgeour, di intraprendere un viaggio nel più completo anonimato e prendersi tutte le responsabilità del caso.
Accanto a lui ci sono i suoi amici, Ron e Hermione, anche se Harry preferirebbe essere solo. Non perché ami particolarmente fare l’eroe, ma per saperli al sicuro. A Harry peseranno indicibilmente tutte le morti che non potranno essere evitate.

Ruper Grint è Ron Weasley ne I doni della morte

Il simpatico e un po’ pasticcione Ron ha ovviamente molto a cuore il suo amico. Eppure quel che balza subito agli occhi è il suo cambiamento verso le donne. Se prima aveva un tatto pari a quello di un elefante, ora si preoccupa dei sentimenti di sua sorella Ginny, non è più geloso ma protettivo, e il suo atteggiamento nei confronti dell’amatissima Hermione è cambiato. Ronald è affettuoso e prodigo di complimenti, sempre pronto a comprendere gli stati d’animo della streghetta. Certo, deve aver aiutato parecchio il libro Dodici Passi Infallibili per Sedurre una Strega, regalo dei due formidabili gemelli...
L’amore viene prima di tutto per Ron, tanto che non riesce a sopportare alcuni atteggiamenti affettuosi tra Harry e Hermione, tanto che anche lui ne farà delle belle e farà soffrire chi gli vuol bene. Ma in fondo al suo cuore, Ronald Bilius Weasley è un vero Grifondoro.

Emma Watson è Hermione Granger ne I doni della morte

Hermione è forse il personaggio che matura prima nell’intera saga. Sono finiti i tempi del dovere da prima della classe: il cervello della Granger non è quello di un’arida secchiona che mira solo ai voti alti e al consenso di chi sta al potere (come quel traditore di Percy), lei usa la sua mente per analizzare seriamente le cose e per farsi una sua opinione. Materna e protettiva, è una presenza fondamentale per il viaggio che il trio deve intraprendere. La sua meticolosità sarà essenziale per avere tutto l’occorrente al momento giusto e la sua preparazione sarà preziosa per interpretare indizi e segni.
Hermione è innamorata, come già da tempo avevamo capito, ma le improvvise galanterie di Ron non bastano a farle prendere una decisione definitiva. Possiede un rispetto fortisismo per se stessa e conosce il proprio valore, senza alcuna presunzione. Per questo Ronald dovrà dimostrare di essere un uomo degno di stare al suo fianco e di avere dei solidi valori da condividere nel corso di una vita insieme.

Bonnie Wright è Ginny Weasley ne I doni della morte

Ma oltre al trio c’è qualcun altro la cui psicologia vale la pena di analizzare. Stiamo parlando di Ginny Weasley, la cui potenza di strega si è già rivelata nel capitolo precedente, “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”. Fortissima e fiera, Ginny è la personificazione della donna inglese, porto sicuro a cui tornare, ma anche indipendente a sufficienza da prendere decisioni fondamentali per se stessa e per la propria vita.
Ginny è la compagna ideale per Harry, che ama profondamente e con una passione che raramente troverete in romanzi fantasy per ragazzi. Ha le idee chiare la piccolina che non riusciva nemmeno a parlare in presenza della sua fiamma, e non si limita a esprimerle, le mette direttamente in pratica.

E ora che avete capito che non avrete a che fare con gli stessi ragazzini che avevate lasciato qualche tempo fa, vi consigliamo di prepararvi a dovere prima di incontrarli ancora. Loro non sono più gli stessi, ma non lo sarete nemmeno voi.

Il primo appuntamento sugli schermi con "Harry Potter e i doni della morte" è fissato per il 19 novembre.

Per saperne di più
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