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Harry Potter saga: e adesso che succede?

Abbiamo lasciato Harry senza la sua guida, Piton si è rivelato... Cosa vedremo ora nelle due parti dell'ultimo capitolo?

Harry Potter e i doni della morte - Daniel Radcliffe

21.09.2010 - Autore: Federica Aliano
Il finale di “Harry Potter e il Principe Mezzosangue” ha lasciato gli spettatori di stucco – almeno quelli che non avevano letto i romanzi. Severus Piton ha ucciso Albus Silente, e Harry si ritrova così senza la sua guida e il suo mentore. Nonché senza colui che, oltre a essere un buon amico e un confidente, era ciò che si avvicinava di più a una figura paterna.
I Mangiamorte hanno fatto irruzione a Hogwarts, il Ministro della Magia si è dimesso e al suo posto c’è un rude figuro che non ispira alcuna fiducia. La guerra è iniziata.

Harry Potter e i doni della morte

In quello che è il più corposo e maturo capitolo dell’intera saga dedicata all’occhialuto maghetto (la scelta di dividerlo in due film è stata giusta, in quanto il libro è talmente denso di elementi importanti da renderne impossibile la riduzione in un’unica pellicola), i tre giovani protagonisti dovranno affrontare un’avventura nuova, fuori dalle mura rassicuranti di Hogwarts, lontani dall’ala protettiva dei genitori e dei professori, con pochi indizi a disposizione e, soprattutto, costretti alla diffidenza e all’anonimato.

Harry Potter e i doni della morte

Harry Potter e i Doni della Morte”, come già accadeva nel quinto libro, si apre con un omicidio. Un’uccisione efferata e gratuita, che pone fine all’umiliante tortura inflitta dal Signore Oscuro a Charity Burbage, professoressa di Hogwarts che insegnava l’uguaglianza sul piano umano tra i maghi e i Babbani. Una scena molto forte, solo la prima di una lunga serie, tutte descritte con cura nel romanzo, che non sappiamo se verranno mantenute nel film e in che misura.
Questo è il libro più politico di J.K. Rowling, sempre più ingiustamente paragonata alla romanziera “all’acqua di rose” che ha dato vita alla saga di “Twilight. Se lì troviamo un gruppo di malvagi che somigliano a bullette da pink teen movie, qui i cattivi sono crudeli davvero; se lì la tanto temuta battaglia si risolve solo in un mucchio di chiacchiere, qui c’è una guerra vera e Harry, come profetizzato dal suo acerrimo nemico, perderà ogni cosa.

Harry Potter e i doni della morte

Non vogliamo rivelarvi una a una le morti a cui assisterete durante questo finale di partita, né vi sveleremo cosa sono i misteriosi oggetti che Harry, Ron e Hermione cercano errando fuori dai territori conosciuti. Vi basti sapere che i nostri (ormai non più piccoli) eroi devono ritrovare le Reliquie Mortali (quei Deathly Hallows che nella traduzione incongrua del titolo italiano sono diventati i Doni della Morte) per poter capire la via giusta per sconfiggere Voldemort una volta per tutte, scongiurando l’eventualità di un suo futuro ritorno.

Harry Potter e i doni della morte

Dicevamo che è un racconto maturo e politico: la Rowling ha auspicato che il lettore cresca con Harry, quindi ormai è adulto ed è bene che capisca il significato di termini come “corruzione”, “tradimento” e “sfruttamento dei media”, che sappia distinguere gli impavidi dagli incoscienti, chi si riempie di chiacchiere da chi promette e poi mantiene, chi è un vero amico da chi non lo è. Il Ministero è una mela divorata all’interno dai vermi, la poltrona della direzione di Hogwarts, al pari delle grandi università, è una posizione di potere (e ora che Silente non c’è più viene usurpata) e le persone, maghi o Babbani, non sempre sono quello che sembrano.

L'appuntamento sugli schermi con la prima parte de "I doni della morte" è fissato per il 19 novembre. La Warner Bros. distribuirà la seconda parte dal 15 luglio 2011.

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