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Kim Ki-Duk e il vero volto del denaro

Con Pietà, il regista torna alla carica girando nei quartieri poveri di Seoul. Lo abbiamo incontrato a Venezia

Kim Ki-duk

04.09.2012 - Autore: Marco Triolo, nostro inviato al Festival di Venezia
La carriera di Kim Ki-duk riparte, dopo due lavori molto piccoli e personali come Arirang e Amen, con un film che riprende il discorso lasciato in sospeso dopo Dream e il grave incidente sul set che lo ha spinto alla parentesi contemplativa. Pietà è stato accolto dagli applausi dei giornalisti di Venezia 69, e lo stesso Kim sembra molto fiero del suo lavoro, quando lo incontriamo allo Spazio Lancia dell'Hotel Excelsior.

Kim Ki-Duk incontro Festival di Venezia 2012 Pietà - Kim Ki-duk, Cho Min-soo e Lee Jung-jin

Nel mio film intendo mostrare il vero volto del denaro, che in sé non è condannabile. Ciò che è condannabile è l'uso perverso che se ne fa”, spiega. Pietà è la storia di un uomo (Lee Jung-jin) che lavora nel quartiere povero di Seoul, dove riscuote con la violenza i crediti per conto degli strozzini. Un giorno, alla sua porta si presenta una donna (Cho Min-soo) che dice di essere sua madre. Pian piano recupera con lei un rapporto, ma proprio quando decide di abbandonare la violenza, la donna viene rapita.

“Se lo spazio nel mio film è 'analogico', i protagonisti si possono definire 'digitali'. Si muovono senza memoria e senza radici e sono solo interessati al denaro – continua il regista – Volevo parlare di un'essenza umana che stiamo perdendo e della salvezza dell'umanità attraverso il recupero di determinati valori”. Il film da alcuni è stato definito di matrice cattolica: “Non ho pregiudizi nei confronti di alcuna religione. Primavera, estate, autunno, inverno e ancora primavera è un film dichiaratamente buddista, La samaritana è protestante, questo è visto come cattolico. Personalmente non è una cosa voluta: io ho una mia religione, ma non la indico mai nei miei film”.

Kim Ki-Duk incontro Festival di Venezia 2012 Pietà - Una scena del film

Kim spende anche qualche parola sul luogo in cui ha girato: il quartiere di Cheonggyecheon, a Seoul: “Quel posto esiste ancora. Ci ho vissuto per cinque anni e lavorato come operaio. È una zona molto importante per lo sviluppo della Corea, perché ha visto nascere l'information technology coreana. Credo sia destinato a sparire nell'arco di pochi anni, ed è anche per questo che ho voluto girare il mio film lì”. Infine, alla domanda se apprezzi Takeshi Kitano, altro grande regista asiatico in concorso (qui il nostro incontro e qui la recensione di Outrage Beyond), il regista risponde: “Conosco i suoi film e li amo. Ma siamo diversi: lui fa un cinema di azione psicologica, mentre a me interessano i sentimenti umani”.

Pietà sarà distribuito in Italia da Good Films a partire dal 14 settembre.

Film.it è in prima linea al Festival di Venezia 2012: i film, i personaggi, le interviste e i dietro le quinte dal grande evento in laguna. Per conoscere tutto questo, vi invitiamo nel nostro speciale sulla Mostra.
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