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Il "Che" di Steven Soderbergh

Steven Soderbergh travolge con il suo "Che" interpretato da Benicio Del Toro, mentre Jennifer Lynch soffre gli incubi paterni in "Surveillance", con Julia Ormond e Bill Pullman

Steven Soderbergh e Benicio Del Toro

22.05.2008 - Autore: Marino Cattaneo
    Sette anni di lavoro, due film, The Argentine e Guerrilla, riuniti in un’unica opera di quattro ore e ventotto minuti. Filati."Ma alla fine Soderbergh si è impietosito, ha accolto la richiesta di una pausa di 15 minuti con acqua e cioccolato"

Un estenuante andirivieni nella vita di Ernesto ‘Che’ Guevara, interpretato in maniera impressionante dal quasi clone Benicio Del Toro. Una ressa da far paura per entrare in proiezione stampa: centinaia e centinaia di persone in coda, pronte a scattare come tori infuriati all’apertura dei cancelli. Chi dice che la gente sta diminuendo non ha visto quanti attendevano per il Che, molti vestiti da guerriglieri, con giubbotto verde e cappellino, altri, più timidi, con T-shirt con il volto inconfondibile del Che.

Non possiamo non citare "Il resto della notte" di Francesco Munzi, presentato nella Quinzaine des Réalisateurs. Vicenda, ambientata nella provincia italiana, che registra la difficile convivenza tra le etnie, interpretata da Sandra Ceccarelli e Laura Vasiliu, la co-protagonista (era la ragazza che abortiva) di 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni del rumeno Mungiu, Palma d’Oro 2007. Munzi, nell’incontro con la stampa, ha sottolineato l’improvvisazione del film: “Ho lasciato ai miei attori la libertà, per non farli appoggiare a un testo troppo serrato impedendo loro di rendere i personaggi più realistici. Il finale è stato scelto con molta fatica, forse è quello più adatto a chiudere le diverse vicende dei personaggi. Così penso di aver creato la massima apertura all’immaginazione del pubblico, ormai così chiusa dall’invadenza dei modelli televisivi”.