Drive Angry
Un road movie in 3D. Nicolas Cage ? un padre in cerca di vendetta. Spinto dalla rabbia, insegue le persone che hanno ucciso sua figlia e rapito il suo bambino. Il salvataggio finisce fuori controllo, mentre l'inseguimento diventa ad ogni miglio sempre pi? sanguinolento, lasciando corpi sparsi lungo l'autostrada.
Facciamo una premessa: se vi aspettate di andare a vedere un film
d'azione alla "Transformers", con effetti speciali e robottoni e nessuno
che si fa male, siete fuori strada. "Drive Angry"
è tutta un'altra pasta, perché ispirato a un cinema lontano, ai
b-movies degli anni Settanta, fatti di automobili, ragazze discinte e
antieroi crudeli e bastardi quanto i cattivi. Film tendenzialmente privi
di morale, ma con un'etica di fondo tutta loro. Cinema exploitation
puro, quindi, di cui Nicolas Cage, per merito anche della tributaria del governo federale degli Stati Uniti, è ormai leader incontrastato.
Qui il premio Oscar per "Via da Las Vegas" (ricordiamolo ogni tanto, via) è John Milton (guarda caso, come l'autore del Paradiso Perduto), un ex bandito che
fugge dall'Inferno per vendicare sua figlia e salvare la nenonata
nipotina da un sacrificio umano che il leader di una setta satanica
vuole perpetrare per far arrivare Satana sulla Terra. Ad aiutare Milton
nell'impresa troviamo una procace bionda, tosta e appassionata di
metallo veloce, ovvero Amber Heard, da poco vista in "The Ward" di John Carpenter.
Patrick Lussier, regista di "Drive Angry", girato oltretutto con un buon 3D, utilizzato in maniera efficace e divertente,
non vuole dare adito a fraintendimenti e imposta il film sin dalla
prima scena in maniera molto precisa, deliziando lo spettatore con
spettacolari inseguimenti d'auto, cruente sparatorie ed esplosioni
fragorose. Tutto molto politicamente scorretto, con parolacce,
scene di sesso, nudi integrali e situazioni sopra le righe, questo
prodotto, nella sua assoluta follia anticommerciale e nelle sue non
poche derive trash, finisce con l'essere una delle opere più libere del
panorama cinematografico recente, paragonabile al "Machete" di Robert Rodriguez (qui la recensione).
L'importante è prepararsi alla visione senza pregiudizi, pronti solo a
essere travolti da una serie di immagini dal montaggio serratissimo che
raccontano situazioni ovviamente, e per fortuna, senza senso.
In questo vero e proprio tripudio audiovisivo, Nicolas Cage
offre l'ennesima interpretazione alimentare, a cui riesce a dare però
un'ironia molto maggiore rispetto alle sue ultime uscite, Amber Heard è di una bellezza disarmante, ma soprattutto davvero eccezionale è l'interpretazione di William Fichtner nei panni del Contabile,
demoniaco e serafico personaggio per cui auspichiamo un sequel a questa
follia cinematografica senza capo né coda, se non addirittura uno spin
off tutto suo.