Candidato a sorpresa

Candidato a sorpresa - Locandina

Durante un discorso in pubblico in vista delle imminenti elezioni, il parlamentare di lungo corso, Cam Brady (Will Ferrell) commette una enorme gaffe. Una coppia di ultra milionari trama contro di lui spalleggiando un candidato rivale per ottenere la maggioranza nel loro distretto della Carolina del Nord. Il prescelto è l'ingenuo Marty Huggins (Zach Galifianakis), direttore del locale Ufficio del Turismo. Inizialmente, Marty sembra essere la scelta sbagliata ma con l'appoggio dei suoi nuovi benefattori e di una vecchia canaglia della politica, diventa ben presto un degno rivale.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
The Campaign
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
DISTRIBUZIONE
Warner Bros
DURATA
85 min.
USCITA CINEMA
21/09/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

"America, Libertà, Gesù" ripetute più volte nel corso di un'ora e mezza. Tre parole d'ordine per accedere al mondo corrotto della politica americana. Tre parole declinate nei discorsi di Will Ferrell e Zach Galifianakis, rivali del partito repubblicano in corsa per un seggio al Congresso degli Stati Uniti.

Quella di Candidato a sorpresa era una formula irresistibile per qualsiasi produttore: l'incontro-scontro tra la colonna portante del Frat Pack e il comico amato in tutto il mondo grazie al cult demenziale Una notte da leoni. Non si tratta però di un duello equilibrato. Se all'inizio Ferrell sfodera tutta la sua carica estrema e politicamente scorretta, Galifianakis (anche produttore) gioca sul sicuro presentando il suo solito ruolo di psicotico travestito da borghese. Un bambino intrappolato nel corpo di un ultraquarantenne. Ci vogliono sessanta minuti per rovesciare le parti con Ferrell a briglia sciolta e Galifianakis che invece tira fuori più grinta e spietatezza, deciso a stracciare il suo avversario.

La pellicola poteva essere una vera bomba cinematografica all'interno della commedia americana contemporanea, ma la detonazione è debole e crea soltanto caos demenziale. Le risate non mancano, quello che manca è il coraggio. Dietro la macchina da presa, Jay Roach - padre della saga di Austin Powers e Ti presento i miei - tenta di mettere in ridicolo l'intero sistema politico del suo Paese, ma disonestà, corruzione e cattiveria gratuita restano in superficie al servizio di gag prevedibili. Gli unici momenti memorabili sono i duelli sul palco, con gli insulti pronunciati tra un sorriso e l'altro. La vera cattiveria viene incarnata dall'ottimo cast di contorno: è un piacere ritrovare John Lithgow e Dan Aykroyd nel ruolo di potenti bastardi, gli stessi contro i quali l'ex Ghostbusters combatteva in Una poltrona per due. E un applauso particolare va anche a Dylan McDermott, esilarante nei panni dello spietato stratega delle campagne elettorali.

di Pierpaolo Festa