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Francis Ford Coppola

FRANCIS FORD COPPOLA

Apocalypse now

11.05.2001 - Autore: Adriano Ercolani
Se ci accingiamo ad analizzare il panorama della cinematografia americana dell'ultimo trentennio possiamo trovare un buon numero di autori che sono entrati nella storia del cinema mondiale; qualsiasi di questi autori prendessimo in esame, nessuno di loro avrebbe comunque la stessa importanza per il cinema hollywoodiano di quanta ne ha avuta Francis Ford Coppola. Pur alternando nella sua carriera grandi successi e clamorosi "fiaschi", possiamo valutare comunque come la sua intera filmografia risulti pienamente coerente quando inquadrata nella politica che egli ha inteso mettere in atto all'interno del sistema hollywoodiano, fin dai suoi primi film: attraverso lo sfruttamento della commerciabilità e del successo di alcune opere, ottenere il potere per girarne altre personali e più "autoriali", nel senso europeo del termine: già, perché forse Coppola è il cineasta che maggiormente ha cercato e saputo trasportare l'idea e il modus del cinema europeo all'interno della macchina hollywoodiana. Dunque non crediamo affatto di esagerare affermando che Francis Ford Coppola ha forse rappresentato la tappa (e forse anche il risultato) principale della trasformazione che ha attraversato il cinema americano all'epoca della "New Hollywood"; possiamo perciò affermare che Coppola ha "rifondato" il cinema hollywoodiano: nello scheletro dei modi di produzione classici ha infatti immesso praticamente tutti i "germi" che sono stati sviluppati negli anni a seguire. Proviamo ad enucleare quali sono state le innovazioni ed il contributo che questo autore ha apportato all'industria cinematografica americana attraverso i suoi lavori: -Con "Buttati, Bernardo!" (You,re a Big Boy Now!,1966) e "Non Torno a Casa Stasera" (The Rain People, 1969) è stato uno dei primi autori a proporre in un film americano la caratteristica principale della "Nouvelle Vague" francese, cioè libertà della messa in scena e nuovo uso del rapporto tra le componenti che la compongono, come ad esempio il montaggio, la musica o la fotografia. L'immagine diventa un qualcosa che va riscritto, non ci si può più basare sulle regole imposte dal periodo "classico": per farlo si possono usare, in maniera differente dal passato, tutti i mezzi a disposizione (anche questo è un insegnamento che proviene direttamente da autori come Truffaut o Godard). -Grazie al suo primo grande successo di pubblico, "Il Padrino" (The Godfather, 1972) regala nuova vita, anzi rielabora in chiave moderna il "colossal", dimostrando come un grosso budget possa coesistere con la raffinatezza della scrittura e della messa in scena. Con la seconda parte della trilogia (girata nel 1974, mentre la terza nel 1990) riesce a conciliare perfettamente commercialità, grossa produzione ed autorialità, costruendo un meccanismo ad incastri del tutto originale, che rimanda al primo episodio e allo stesso tempo lo smentisce. -"La Conversazione" (The Conversation, 1974) è uno dei film che aprono alla "New Hollywood" le porte della critica europea: vincitore della Palma d'Oro al festival di Cannes, rappresenta l'affermazione della capacità americana di offrire opere personali e non omologabili nella media dell'industria hollywoodiana: si tratta del primo vero passo di Coppola verso la volontà di farsi conosce la grande pubblico come l"Autore" a tutto tondo; egli ha da subito compreso che per ottenere ciò, oltre al successo in patria, era necessaria la consacrazione europea. -A Francis Coppola si devono pure molti tentativi di innovazione nella ricerca sull'accuratezza dell'immagine; giusto per citare un esempio, in "Apocalypse Now" (id., 1979) per la prima volta viene sperimentato l'uso della dissolvenza ottenuto tramite un procedimento al computer. Come dunque si può ben capire, il contributo di questo autore allo sviluppo del nuovo cinema americano non è stato di certo irrilevante; ma oltre a tutto quello che è stato citato qui sopra, Coppola rappresenta un momento imprescindibile della storia del cinema americano per aver imposto per primo la nuova figura del director-producer: la figura cioè di un autore che sceglie la propria strategia cercando di evitare la pressione delle grandi compagnie, anzi, svolgendo il contemporaneo ruolo di produttore dei suoi film, si garantisce la libertà necessaria per ottenere i risultati voluti; naturalmente, si può adottare questo metodo soltanto dopo aver acquistato l'indispensabile autorità all'interno del sistema, che assicura comunque guadagno e risonanza internazionale; per questo Coppola non ha mai rifiutato di girare opere non personali, o come si usa dire "su commissione". Cercare un modello in cui possa essere inserita la figura di Coppola regista-sceneggiatore è dunque una questione non semplice, se non teniamo conto di questa visione più ampia del mezzo cinematografico che lo stesso autore ha avuto. Senza dubbio possiamo dire che Coppola è stato in pratica un esempio che tutti i cineasti a lui coetanei e posteriori hanno seguito, sviluppandolo naturalmente ognuno nel proprio modo. Pensiamo a Martin Scorsese, a Spielberg, o più di recente a Spike Lee o Tim Burton
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