American Pie: Ancora Insieme

American Pie: Ancora insieme - Locandina

E' l'estate del 1999 quando quattro giovani ragazzi di paese provenienti dal Michigan iniziano il loro viaggio per perdere la verginitÀ. Negli anni che sono passati, Jim e Michelle si sono sposati, mentre Kevin e Vicky si sono lasciati. Oz e Heather sono cresciuti separati, mentre Finch È ancora legato alla mamma di Stifler. Ora questi amici di lunga data tornano a casa come adulti per ricordare i bei tempi in cui erano dei teenager in preda agli ormoni e trarre ispirazione.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
American Reunion
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
CAST
DISTRIBUZIONE
Universal Pictures Italia
USCITA CINEMA
04/05/2012
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2012

PiÙ operazione nostalgica che ennesimo clone stanco dell'originale.
Almeno, fino a un certo punto. Lo scopo È sempre quello di fare soldi
raccontando le (dis)avventure di quei personaggi che hanno lasciato un
marchio nella teen-comedy vietata ai minori di fine millennio. Assistere
alla Reunion dei ragazzi di “American Pie” comporta una sana
dose di allegria, allo stesso tempo si riflette anche sulla carriera di
questo gruppo di attori: quasi nessuno di loro È riuscito veramente a
sfondare senza avere bisogno di tornare all'infinito al loro archetipo
cinematografico.



La nostalgia fornisce una marcia in piÙ rispetto ai sequel fotocopia che giocavano al rilancio di volgaritÀ nelle gag estreme. “American Pie: Ancora insieme
si ricollega direttamente al primo film, quasi ignorando gli stanchi
cloni precedenti. È inevitabile non apprezzare l'umiliazione che Jason Biggs accetta a ogni episodio solo per far ridere di gusto. Questa volta
assistiamo anche a una specie di rivincita di alcuni dei personaggi e al
ribaltamento delle situazioni precedenti. Lo Stifler di Seann William Scott ruba la scena (la sua introduzione È forse la scena piÙ divertente del film). Anche il padre interpretato da Eugene Levy ha piÙ spazio rispetto ai capitoli precedenti. Lo spunto piÙ
interessante È l'amarezza che aleggia nelle vite dei protagonisti
apparentemente realizzati nelle loro carriere e nei loro rapporti.
Un'amarezza che colpisce soprattutto il “geniale” Finch.



Tutto, ovviamente, rimane in superficie. C'È sempre spazio, infatti, per l'happy ending obbligatorio e forzato. Peccato che, ancora una volta, tutti i personaggi femminili (forse ad eccezione della brava e simpatica Alyson Hannigan) rimangano sempre in secondo o terzo piano, nonostante le quasi due ore di film.



di Pierpaolo Festa