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Fright Night in New York

La Grande Mela omaggia "Ammazzavampiri" di Tom Holland, in attesa del remake con Colin Farrell

Ammazzavampiri - Locandina

22.08.2011 - Autore: Adriano Ercolani, da New York
Qualche volta, non sempre ovviamente, il contesto influisce sulla visione di un film, soprattutto se si tratta di un vecchio grande film del passato. Immaginate allora un acquazzone estivo, una notte tempestosa, un vecchio cinema dell’East Village che sembra un teatro vittoriano, un pubblico di giovani dall’aspetto decisamente dark. Ci sono stati anche almeno una dozzina di spettatori che si sono muniti di dentiere aguzze e succo di mirtilli a fungere da sangue finto. Insomma, la proiezione di mezzanotte di “Ammazzavampiri” di Tom Holland è stata un momento davvero irripetibile per chi ama l’horror. E niente atmosfere ridanciane e ciarliere da Fantafestival, ma un pubblico tanto entusiasta quanto disposto a calarsi con totale dedizione nelle atmosfere sì giocose, ma anche seriamente spaventose di questo piccolo grande cult.

Chris Sarandon è Jerry Dandrige

A rivederlo sul grande schermo – in copia rigorosamente restaurata! – “Ammazzavampiri” con i suoi venticinque anni di età non ha perso un briciolo di fascino, anzi: con una visione più adulta e analitica rispetto al quattordicenne che lo aveva visto in VHS, ha acquistato un notevole numero di ulteriori pregi. Prima di tutto la sceneggiatura, scritta dallo stesso Holland. La trama non perde un colpo, sia nello sviluppo narrativo che nel ritmo degli eventi. In secondo luogo il film è densissimo di una carica erotica sicuramente appropriata in quanto debitrice alla figura classica del vampiro: Chris Sarandon è un Jerry Dandrige tanto demoniaco quanto sensuale, come sta ad indicare la torrida scena di ballo con la malcapitata “vittima” Amy/Amanda Bearse. E poi c’è un fattore che non va assolutamente minimizzato: dopo tutto questo tempo il film di Holland fa ancora paura. Sfruttando l’idea semplicissima del male che si nasconde proprio accanto a noi, il film crea un’atmosfera che non cerca tanto la sorpresa quanto invece il crescendo di tensione sviscerato dal lento ma ineluttabile gioco al massacro che il non-morto inizia a fare con il ragazzo che ne ha scoperto l’identità. Un accerchiamento lento, sinuoso che porterà a una resa dei conti perfettamente calibrata. Anche il trucco – davvero spaventoso nella trasformazione finale della Bearse – e gli effetti meccanici rimandano al grande artigianato degli anni ’80, che mantiene ancora oggi la sua totale efficacia. Riguardate le trasformazioni di questo film, di “Un lupo mannaro americano a Londra” di John Landis, de “La cosa” di John Carpenter e di molti altri horror di quel periodo e capirete cosa intendiamo.

Una scena del film originale
 
In attesa del remake estivo con Colin Farrell, “Fright Night - Il vampiro della porta accanto”, la visione in sala di “Ammazzavampiri” di Tom Holland è stato un puro piacere cinefilo, non per forza strettamente legato al genere comunque glorioso del film, quanto piuttosto alla condivisione emozionale di un grande momento di cinema. Speriamo di raccontarvene a breve altri altrettanto meritevoli.

Per saperne di più:
Leggete l'anteprima di Fright Night
Top Five: I vampiri di domani


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