Tower Heist: Colpo ad alto livello
Un gruppo di operai della manutenzione, impiegati presso un lussuoso grattacielo a Manhattan, sfrutta le proprie conoscenze del palazzo per rifarsi su uno speculatore di Wall Street che ha privato loro della pensione.
Script e cast a prova di bomba. Ecco perché “Tower Heist”
è puro entertainment che agisce chirurgicamente sul piacere dello
spettatore. In primis perché si raccontano la preparazione e
l'esecuzione rocambolesca di un colpo milionario, cosa che piace sempre e
comunque, seconda soltanto ai "film culinari".
L'altro punto di forza è quello di costruire una specie di “Ocean's 11” a ritmo di risate, radunando un manipolo di attori che formano un team vincente. Se da una parte Ben Stiller, per una volta, abbandona lo sfigato di turno per spaccare una Ferrari a colpi di mazza da golf, dall'altra Eddie Murphy si cala nei panni nostalgici del ladruncolo che porta la nostra mente a classici degli '80 come “Una poltrona per due”. Ma la nostalgia schizza sulle vette del termometro nel momento in cui davanti a quella stessa Ferrari arriva Matthew Broderick, Ferris Bueller in persona.
Si ridacchia abbastanza per tutto il film e si riflette, almeno in
superficie, su crisi finanziarie e attualità con squali del mercato
pronti a calpestare qualunque famiglia americana pur di metter le mani
sui biglietti da cento dollari. C'è anche chi tenta il suicidio davanti a
un futuro senza speranza: attenzione tenta, ma non lo compie. Siamo
sempre in un film di Brett Ratner e tutto rimane dunque in superficie.
Sicuramente il miglior film di Brett Ratner, ma non ci voleva tanto. Con
un cast del genere, perfino Uwe Boll ci sarebbe riuscito. I momenti più alti sono quelli in cui la macchina da presa viene messa a servizio di grandi come Alan Alda e Judd Hirsch a cui basta sollevare un sopracciglio per ricordarci quanto amiamo il cinema.