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Tony Curtis

DATA DI NASCITA: 03/06/1925
LUOGO DI NASCITA: New York, USA
DATA DI MORTE:
Tony Curtis è cresciuto nelle strade e tra le bande del suo quartiere, esordì al cinema nel 1949 nel film di Jerry Lewis, una farsa girata in casa dal titolo assurdo, "Come far passare di contrabbando un'ernia attraverso il confine". Grazie ad un contratto con la Universal a 100 dollari la settimana, il debutto ufficiale avviene come bel gigolò che danza con Yvonne De Carlo nel film "Doppio gioco" di Robert Siodmak. Si fa notare come attore giovane, bello e sfrontato in "Il principe ladro" di Rudolph Maté, "Il figlio di Ali Babà" di Kurt Neumann e "Il mago Houdini" di George Marshall. Non disdegna i ruoli drammatici: in "Furia e passione" di Joseph Pevney è un pugile sordomuto; e nello stesso periodo appare nel film "Trapezio" di Carol Reed. Tra il 1957 e il 1960 lo si vede in un magnifico gruppo di film. È il co-protagonista bianco e fuggiasco, incatenato a Sidney Poitier, del carcerario "La parete di fango" di Stanley Kramer. Fa coppia con Kirk Douglas nel trascinante e avventuroso "I vichinghi" di Richard Fleischer. Duetta con Cary Grant in "Operazione sottoveste" di Blake Edwards, dentro un sommergibile dipinto di rosa. Entra nell'eternità cinematografica con il ruolo di suonatore di saxofono, di magnate della Shell e della vezzosa Josephine in "A qualcuno piace caldo" di Billy Wilder, accanto a Marilyn e a Jack Lemmon con il contrabbasso. In "Spartacus" di Stanley Kubrick è Antonino, l'ultimo amico, quasi un figlio, che resta accanto al gladiatore ribelle Kirk Douglas: ed è costretto a combattere con lui. Dimostra la sua abilità in "Il grande impostore" di Robert Mulligan e nel "Sesto eroe" di Delbert Mann è un indiano americano, eroe di Iwo Jima. Torna alla commedia con "Ciao Charli" di Vincente Minnelli e "La grande corsa" di Blake Edwards. Viene anche in Italia per recitare in "La cintura di castità" di Pasquale Festa Campanile, con Monica Vitti. Il più bel ruolo della lunga (e appannata) parte finale del suo percorso d'attore è quello del proletario schizofrenico, buon padre di famiglia e seria1 killer di dodici donne, nel realistico e umano "Lo strangolatore di Boston" di Richard Fleischer nel 1968. Le ultime apparizioni di rilievo sono in "Gli ultimi fuochi" (1976), e per "La signora in bianco" di Nicholas Roeg (1985).

Golden Globe Awards
nomination golden globe per il miglior attore in un film drammatico La parete di fango

 

Oscar
oscar nomination miglior attore La parete di fango