The Next Three Days
Lisa e Julien sono sposati e vivono una vita felice insieme a loro figlio. Ma la loro vita cambia improvvisamente quando una mattina la polizia bussa alla porta e arresta lisa per omicidio. La donna viene condannata a 20 anni di prigione. Convinto dell'innocenza della moglie, Julien decide di farla evadere...
Nel giro di pochi anni Paul Haggis è salito a bordo di quel treno espresso che lo ha portato direttamente
sulle vette di Hollywood, facendogli vincere l'Oscar (rubato a “Brokeback Mountain” per il sopravvalutato – e a tratti insopportabile – “Crash”), facendolo lavorare insieme al Maestro Eastwood in “Million Dollar Baby” e “Flags of Our Fathers” e, naturalmente, dandogli la possibilità di resuscitare James Bond, da tempo fuori forma e tornato a splendere in “Casino Royale”.
Con “The Next Three Days”,
il regista e sceneggiatore preferisce giocare sul sicuro invece che
buttarsi su un progetto originale. Haggis tenta di spolverare la
sceneggiatura del film francese “Pour Elle” (da noi distribuito direttamente in DVD con il bizzarro titolo inglese “Anything for Her”, 01 Distribution),
un copione che, a dire la verità, di polvere ne aveva ben poca, dato
che si tratta di un film del 2008. In questo suo lavoro/fotocopia,
Haggis si limita a cambiare setting – l'azione si sposta da Parigi a
Pittsburgh – e ad affidare i ruoli dei protagonisti a star del calibro
di Russell Crowe ed Elizabeth Banks.
Se nel film francese la storia del padre di famiglia onesto, guidato
dalla disperazione nei meandri oscuri del crimine per mettere su un
piano che faccia evadere la moglie di prigione, era pregna di tensione e
riusciva immediatamente a catturare lo spettatore, nel remake a stelle e
strisce quella stessa tensione si abbassa rasentando il suolo. E nemmeno le star riescono a farla rialzare: Crowe, sempre più bolso, non regge il confronto con Vincent Lindon,
il cui lavoro sulla disperazione era totalmente efficace, mentre la
Banks fa quel che può, mettendosi nuovamente alla prova in un ruolo
serio.
Sbagliate anche alcune scelte di Haggis sul copione: dall'ammorbidimento
del rapporto tra il protagonista e la sua famiglia (uno dei temi più
interessanti dell'originale), all'utilizzo del personaggio interpretato
da Olivia Wilde, che nella
pellicola francese aveva una singola ma potentissima sequenza
rivelatrice. Come sempre, invece, è un piacere ritrovare Liam Neeson in scena: col suo cameo nei panni di un esperto dell'evasione che
istruisce il protagonista, il grande attore ci regala la sequenza
migliore del film.
Resta il fatto che Haggis poteva certamente puntare a qualcosa in più in
questa trasposizione americana della storia di un uomo perbene
costretto a sporcarsi l'anima nel nome dell'amore, ma tutto quello che
riesce a fare è tentare di aumentare“l'azione spettacolare” nel
pre-finale. Il risultato è un film dal look televisivo e mai memorabile.
Vale dunque la regola principale sui remake: si spera che lo spettatore
vada a recuperare la pellicola originale, ottimo thriller grondante di
tensione.